interna-cimmino-lostrappo“Spero traspaia la gioia vera e profonda che provo nell’essere tra voi oggi”. Così, sorridente e con lo sguardo luminoso, ha esordito Salvatore Cimmino, un uomo che i giovani torresi non dimenticheranno tanto facilmente. Un uomo che, come molti, ha incontrato molte difficoltà durante la sua vita. Un uomo che, come ancora pochi purtroppo, ha vinto.

Oggi, 25 settembre, il liceo Pitagora-B.Croce – e con esso Torre Annunziata tutta – festeggia la bellezza della diversità e si interroga su come e quanto sia importante valorizzarla. Alle ore 10, presso l’Aula Magna dell’istituto, si è tenuto un convegno nell’ambito del progetto “A nuoto nei mari del globo, per un mondo senza barriere e senza frontiere”, promosso dall’atleta di origini torresi Salvatore Cimmino, costretto a soli 14 anni a subire l’amputazione di una gamba a causa di un tumore osseo. Il progetto, di portata mondiale, è iniziato nel 2010 e ha come scopo la sensibilizzazione circa il problema dell’integrazione delle persone portatrici di handicap e del superamento di tutte le barriere ancora presenti nell’odierna società. Salvatore diffonde il suo forte messaggio attraversando a nuoto e senza l’ausilio di protesi performanti i mari di tutto il mondo: ben 11 traversate hanno avuto luogo nei tratti di mare più disparati, tra cui lo Stretto di Messina e lo Stretto di Gibilterra. Altre due traversate sono in programma: quella di sabato 26 settembre, da Vico Equense a Torre Annunziata (nell’ambito della Festa del Mare organizzata dal liceo Pitagora-B.Croce), e quella del 15 luglio 2016, quando Salvatore nuoterà da Cuba fino a Miami.

Il convegno ha avuto inizio con il saluto del Dirigente Scolastico Benito Capossela e con la benedizione impartita da Don Ciro Cozzolino, il quale ha ricordato quanto sia importante il senso di appartenenza alla propria città per garantire aiuto a chi è in difficoltà. Ѐ seguito il saluto del sindaco di Torre Annunziata, Giosuè Starita, che ha sottolineato l’importanza dell’evento (non a caso inserito nella stessa settimana della celebrazione della morte di Giancarlo Siani) e dell’emozione positiva che esso deve trasmettere ai cittadini.

Dopo un breve video d’illustrazione del progetto (ricco di immagini forti, come una traversata in compagnia di un branco di delfini o l’incontro su una nave con un gruppo di migranti), Salvatore Cimmino ha preso la parola. Denso di emozione e passione, il suo discorso si è innanzitutto focalizzato sul ruolo sociale ricoperto dalla scuola nell’esperienza dell’integrazione e della collaborazione al fine di costruire “ un mondo  a misura di tutti” (tema ripreso anche nell’ultimo intervento della giornata, quello del professore Maurizio Sibilio, ordinario di didattica e pedagogia speciale presso l’università di Fisciano): ascoltare le richieste e i pensieri dei giovani è il modo migliore di ripartire da zero per abbattere le barriere che ostacolano il sereno svolgimento della vita dei diversamente abili. L’atleta ha poi elencato i tre deficit che caratterizzano una società non ricettiva, non attenta ai bisogni di tutti: quello economico, perché impedire ai disabili di svolgere qualunque attività quotidiana significa non impiegare le risorse disponibili; sociale, perché le barriere generano emarginazione; democratico, perché “negare la partecipazione significa negare la piena cittadinanza”. Consequenziale è, dunque, l’appello ai governi e alle istituzioni, affinché favoriscano il progresso scientifico-tecnologico, ne industrializzino i prodotti per renderli accessibili a tutti, rivedano le legislazioni, non taglino i fondi, come sempre è stato fatto quando è stata necessaria una revisione della spesa, ai già pochi centri d’ascolto, i quali permettono alle famiglie dei disabili di non rimanere mai sole. Ma, come sottolinea Salvatore, a nulla servono le leggi se non c’è un reale cambiamento da parte dei cittadini, una presa di coscienza che parta dal basso, dai giovani, e si diffonda alla popolazione tutta, come un’onda che bagna terre prima aride. Salvatore Cimmino conclude il suo discorso rivolgendo una preghiera ai giovani: “non perdete mai lo spirito di guardare oltre, al di là dell’ostacolo. Fate dell’accoglienza il vostro stile di vita, non smettete di aprirvi agli altri”.

Molti altri sono stati gli interventi successivi: Toni Nocchetti, presidente dell’associazione onlus “Tutti a scuola”, ha sottolineato quanto sia ingiusto che ancora oggi, in Italia, si debba ricorrere a un avvocato per garantire un’istruzione adeguata a un figlio disabile. La disabilità, ha spiegato Nocchetti, in particolare quella intellettiva (la più diffusa tra i bambini), è ancora mal tollerata e spesso genera ostilità da parte di chi, al contrario, dovrebbe dare prova di maggiore apertura.

Ha poi avuto inizio la parte più “tecnica” del convegno: prima l’ingegnere Mario Donnici, ricercatore del Campo Biomedico di Roma e co-fondatore della start up “I can robotics”, ha illustrato le differenti tipologie di assistenza robotica, un campo in cui la ricerca è ancora molto attiva ma che sta dando ottimi risultati, garantendo sempre maggiore aiuto, anche psicologico-motivazionale, ai portatori di disabilità; in seguito è intervenuto  l’ingegnere Nicola Vitiello, originario di Torre Annunziata e ricercatore presso l’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, il quale ha ripercorso per sommi capi la storia della robotica e della concezione di essa come strumento di supporto per medici e terapeuti, e non come sostituzione. Ha, poi, presentato alcuni progetti di robotica assistenziale, come un futuristico ma realissimo sistema di recupero dell’articolazione del gomito e un robot indossabile ancora in fase di sperimentazione che facilita la deambulazione. La tecnologia può, dunque, effettivamente dare un importante aiuto, talvolta persino permettere azioni che prima si era impossibilitati a compiere. Ma non tutti hanno i mezzi per poter usufruire di questi strumenti, e la trafila burocratica per ottenerli tramite le agenzie sanitarie locali è lungo e spesso infruttuosa, se non onerosa, come ha sottolineato nel suo intervento Salvio Zungri, amministratore unico Ortopedia Meridionale.

Nulla, però, ha la stessa carica di positività, lo stesso forte messaggio della testimonianza di chi, a dispetto di tutte le difficoltà e dei limiti imposti da una società quasi retrograda, ha vinto, ha trionfato, ha ottenuto il pieno raggiungimento delle proprie aspirazioni. Proprio come Salvatore Cimmino, anche il giovanissimo giornalista Dario Ricciardi non si è lasciato ostacolare dalla disabilità e , invitato ha voluto raccontare la sua storia, la storia di un ragazzo tenace, appassionato, spinto da un fuoco vitale più di molti altri. Al termine del convegno gli è stata consegnata una targa e lo stesso Salvatore Cimmino, sorridente e fiero, l’ha salutato pronunciando a voce alta il suo nome. Entrambi, in quel momento, sono parsi a tutti non come individui “normali”, ma come uomini ricchi di un’energia positiva, di una vitalità così forti che potrebbero spostare i mari. Gli stessi mari in cui Salvatore Cimmino nuota libero, prova vivente che, nell’uomo, c’è ancora una scintilla benefica, così spesso nascosta dalle tenebre dell’incomprensione e dell’intolleranza. E oggi, nell’Aula Magna del Pitagora-B.Croce, splendeva il sole.

Stefano Di Nola, VA classico