Il convegno è stato organizzato dal professor Alfano al teatro Di Costanzo – Mattiello. Il sindaco Uliano dichiara: “Pompei non è solo crolli”.

PompeiLe comunità non potranno dirsi evolute finché prevarrà la violenza: è il messaggio dell’incontro tenutosi sabato scorso al teatro di Pompei. Il problema della violenza attanaglia la società attuale; cosa ancor più grave, spesso esso trova le sue radici all’interno dell’istituzione che dovrebbe essere invece sinonimo di pace e di armonia, la Famiglia.

Fino a non molti decenni or sono, la famiglia era una realtà chiusa: Non appena sono crollate le mura che isolavano la famiglia dal mondo esterno, la violenza che in essa era presente si è palesata”. Così ha affermato il presidente della corte costituzionale di Napoli, Antonio Buonajuto. Al contrario di quanto si crede, il germe della violenza si sviluppa maggiormente nelle classi borghesi medio-alte, lì dove le nuove generazioni troppo spesso sono ritenute libere di far ciò che più piace. Perciò la violenza va anche combattuta con l’aiuto delle “old generation” per indicare ai giovani il percorso di vita, corretto, da seguire.

I figli della violenza non possono che covare al loro interno violenza“, come affermato dalla  dottoressa Dini Ciacci, presidentessa dell’UNICEF, da sempre in prima linea sulle tematiche inerenti i giovani e le donne vittime di abusi. La dottoressa ha anche posto l’attenzione su un caso di femminicidio del quale fu vittima anni fa una giovane della provincia di Napoli uccisa dal fidanzato, da sempre violento con lei. Con ciò la presidentessa ha voluto far intendere che chi è violento non può guarire.

Durante la serata, sul palco, ha fatto la sua apparizione anche il sindaco di Pompei, Nando Uliano, che ha espresso il suo desiderio che “da Pompei deve partire un grido orgoglioso per dire no alla violenza“. Un grido che, forse, sta già partendo. Come la massiccia presenza all’evento di giovani e famiglie ha dimostrato, la voglia di dire no alla violenza c’è e i giovani sono in prima linea.