Pianista Ricordare perché non accada mai più. E’ questo il senso della “Giornata della memoria”, anche quest’anno celebrata il 27 gennaio, per la commemorazione delle vittime dei campi di concentramento nazisti. Fu proprio in questo giorno, nel 1945, che i soldati dell’Armata Rossa entrarono nel lager di Auschwitz svelando l’orrore della “fabbrica” della morte, un orrore che non può essere dimenticato. Durante il periodo della dittatura di Hitler, infatti, trovarono la morte quattro milioni di bambini, donne, uomini, quasi tutti ebrei, uccisi nelle camere a gas o dagli stenti, considerati appartenenti a una razza inferiore a quella ariana, che andava sterminata. Per ricordare questo terribile evento, tutte le classi del Liceo Pitagora – B. Croce hanno visionato film su questa strage; tra questi, “Il pianista”, del 2002, un film diretto da Roman Polański.

Wladyslaw Szpilman era un pianista di talento, ebreo polacco vissuto a Varsavia durante il periodo dell’occupazione tedesca. Il film racconta la sua vera storia, narrata dallo stesso Szpilman in un libro scritto subito dopo la fine della guerra, che ha poi ispirato il regista Polański. Il pianista e la sua famiglia erano rinchiusi in un ghetto; là ogni notte venivano uccisi dai soldati tedeschi decine di ebrei. Dopo poco tempo i superstiti furono costretti a lasciare il ghetto per essere deportati nei campi di concentramento, ma il pianista si salvò: un poliziotto riuscì a sottrarlo alla fila di gente caricata sul treno. Da quel momento egli iniziò a vagare, nascondendosi in appartamenti vuoti dove coraggiosi polacchi davano asilo agli ebrei scampati alla deportazione. Infine il pianista, ormai in cattive condizioni di salute, trovò rifugio in una casa distrutta dai bombardamenti. Lì un ufficiale lo scoprì e, invece di ucciderlo gli chiese di suonare il pianoforte. Dopo averlo sentito suonare decise di aiutarlo perché sapeva che presto la guerra sarebbe finita e non aveva più nulla da perdere. Dopo poche settimane, infatti, i russi liberarono Varsavia e con essa anche il pianista.

Nel suo discorso per la giornata della memoria il Presidente della Repubblica ha detto: “Spetta alla famiglia, alla scuola, alle istituzioni serbare nel profondo dell’animo di ognuno di noi e coltivare nei giovani il rispetto della dignità di ogni essere umano”.