Malware MuseumIl “Malware Museum”, un museo di virus informatici, è l’ultima creazione dell’Internet Archive, biblioteca digitale non profit che comprende materiale digitale come vecchie versioni di siti web o applicativi per sistemi obsoleti. Adesso grazie a Mikko Hypponen, esperto finlandese di sicurezza informatica, e Jason Scott, storico dell’informatica, sono tornati i virus per il Dos, il vecchio sistema operativo della Microsoft.

I virus degli anni ’80 e inizio ’90 erano ben diversi da quelli odierni, soprattutto perché non cercavano di rimanere nascosti. Anzi erano programmati in modo da rendere ben evidente la loro presenza, con immagini, animazioni e giochi che rendevano palese la presenza del virus. Inoltre a differenza dei virus odierni, che sono pensati per carpire credenziali e dati sensibili come quelli bancari, i vecchi virus erano creati solo per arrecare danni per divertimento, solitamente eliminando tutti i dati. Ma esistevano anche virus “innocui” come Skynet che, da “virus gentile”, dopo un messaggio minaccioso in stile Terminator, rallentava il pc per “far riposare” l’utente dopo il lavoro. Danni a parte, i vecchi virus potevano anche essere divertenti grazie alla loro grafica e al senso dell’umorismo degli autori.

Malware Museum: il ritorno dei virus anni ’80

Si parte con Coffshop, che mostrava una foglia di marijuana e un invito alla legalizzazione della stessa, e LSD che riempiva lo schermo di colori psichedelici, per arrivare a Q Walker, che visualizzava un personaggio di “Bop ‘n Rumble”, videogioco per il Commodore 64, che camminava da una parte all’altra dello schermo. A volte nei virus erano presenti riferimenti ai paesi dei creatori, come in Zhu, virus cinese, o Italian, virus nostrano. Altri invece si distinguevano per la grafica, come Mars G, che mostrava una mappa 3D di Marte che scorreva sullo schermo, con una grafica molto avanzata per le macchine sulle quali girava.

Qualcuno invece era progettato con una notevole dose di cattiveria, come Q Casino, che cancellava tutti i dati sul computer per poi offrire una partita alle slot machine all’utente. Se questi avesse vinto i dati sarebbero stati ripristinati, altrimenti sarebbero stati persi per sempre. Una delle combinazioni avrebbe invece dovuto svelare il numero di telefono del creatore del virus, ma in realtà comportava anch’essa la cancellazione dei dati, come “punizione” per “aver cercato di rintracciare” il creatore del virus.

Fortunatamente oggi di questi virus resta solo l’aspetto divertente, dato che le copie presenti nel Malware Museum sono bonificate dal codice che arreca danni e, oltre al download di una versione per le macchine moderne senza codice dannoso, è anche possibile eseguirne una (sempre innocua) in un simulatore online.

Francesco Di Nucci

Foto: http://archive.org/details/malwaremuseum&tab=collection