Il Mediterraneo è consmediterraneoiderato dal punto di vista storico come la culla della civiltà. Le acque di questo mare,chiuso al mondo esterno,che bagna l’Europa, l’Asia e l’Africa, hanno visto nascere grandi civiltà: è stato,infatti,testimone della cultura egizia, greca e romana. Il mediterraneo è il mare che solcarono molti popoli del passato per svolgere i loro commerci, il luogo in cui popoli e tracce si sono mescolati e confusi nel corso dei secoli. Pedrag nel suo breviario ”Mediterraneo” sottolinea l’impossibilità,da sempre,di definire i suoi confini in maniera precisa.Per rafforzare la sua idea paragona il Mediterraneo al cerchio di gesso che viene più volte descritto e cancellato, che subisce allargamenti e restringimenti progressivi ad opera di onde,venti, imprese ed aspirazioni. Se da un lato possiamo affermare che questo mare può essere considerato il ”padre” della civiltà moderna,dall’altro spesso proprio per questa sua particolarità e per la sua importanza strategica ha fatto da sfindo a eventi fondamentali, testimone di ingiustizie e barbarie. I recenti flussi migratori di persone che fuggono da guerre, da dittature, da stragi, da conflitti interni difficili da sanare,dalla povertà,dal degrado, sono una testimonianza di come, purtroppo, nell’immaginario comune di oggi il Mediterraneo non sia più un luogo di apertura e di possibilità di sviluppo,ma sempre più spesso  un luogo chiuso, dove perdono la vita molti esseri umani.Come sottolinea Paolo Frascani in ”Il mare”,  il Mediterraneo oggi è un mare che erige nuove barriere tra la nostra e le altre sponde.Un’involuzione che non può che portare ad un conflitto di culture,riportandoci indietro nel tempo.La chiusura verso l’altro che non conosciamo,dettata dalla paura e dall’incomprensione, non fa sicuramente bene alla storia futura dei popoli che si affacciano sul Mediterraneo.