United Youth Journalists“United Youth Journalists” è un giornale online gestito da giovani di tutto il mondo, che tratta di argomenti di attualità commentati dai ragazzi con articoli in inglese. Nel 2016 ha ricevuto il premio “European Citizenship Award” come “Media Initiative of the Year”. Intervistiamo qui Nada Ladraá, co-fondatrice di United Youth Journalists.

Per iniziare, come è nata l’idea di un “giornale” online in inglese per i giovani?

Ho partecipato ad un corso online (Online UWC) che parlava della sostenibilità e che riuniva ragazzi da diverse nazionalità. È parte del movimento dei Collegi del Mondo Unito (United World College), ce n’è uno anche in Italia, in provincia di Trieste, e vi sto attualmente studiando. Durante le videochiamate in cui discutevamo sono usciti spunti interessanti e mi sono improvvisamente incuriosita: volevo chiedere a tutte quelle persone cosa pensassero di eventi che leggevo (o magari di cui non conoscevo l’esistenza) e che loro invece vivevano. Essendo internazionale la lingua era necessariamente l’inglese e da lì sono e siamo arrivati al sito di oggi

Qual è l’obiettivo di United Youth Journalists? Quali sono i programmi per il futuro?

L’obiettivo è di dare una piattaforma ai ragazzi da tutto il mondo dove possano parlare di ciò che è importante nelle loro comunità (locali, nazionali, globali).

I nostri programmi? Stiamo cercando di arrivare al maggior numero di persone aumentando i post e la presenza sui social (Instagram e Twitter, oltre che Facebook); stiamo anche cercando di migliorare il sito e in genere parte del lavoro è un continuo tentativo di migliorare l’organizzazione interna.

Da dove vengono i vostri giornalisti e come sono entrati in United Youth Journalists? A che pubblico si rivolge UYJ e chi sono i suoi lettori?

Da tutto il mondo (più di quaranta paesi) ed entrano attraverso un processo di selezioni che include domande sull’interesse dimostrato per il giornalismo ed un pezzo scritto su un argomento che sta a cuore al ragazzo in questione. Il pubblico comprende persone di tutte le età (che possano capire il contenuto) e nazionalità.

United Youth Journalists consente di scrivere sotto pseudonimo, come mai? Ragioni solo di privacy o anche di sicurezza?

Sicurezza, sia giuridicamente che da possibili conoscenti/famigliari che non concordano con l’opinione espressa nell’articolo.

Come gestite l’organizzazione interna? Chi decide di cosa scrivere, chi corregge gli articoli ecc.?

Allora abbiamo un board con i ‘leader’ di gruppo che hanno specifici lavori: editing, votare per quanto riguarda le application di chi vuole unirsi, supervisori che aiutano i giornalisti nel processo di scrittura e un gruppo che si occupa di pubblicare e gestire il sito e la presenza online (che dirigo io). La correzione degli articoli è principalmente fatta da madrelingua inglesi e a volte capita che si chiedano chiarimenti riguardo le fonti.

Francesco Di Nucci

Crediti immagini: United Youth Journalists