tanaqClelia

Roma, alla fine dell’assedio da parte degli Etruschi nel 507 a. C. , trattava la pace con Porsenna (re di Chiusi che si era alleato con i re etruschi per restaurare la monarchia a Roma) e, tra le condizioni imposte, dovette consegnare degli ostaggi. Fra questi vi era Clelia che, dopo essere venuta a conoscenza della storia di Muzio, che aveva lasciato consumare la sua mano destra tra le fiamme sfidando Porsenna che lo aveva minacciato di bruciarlo vivo se non avesse tradito i suoi concittadini, da fiera romana incitò gli altri a non sottomettersi. Convinse così un gruppo di fanciulle a fuggire. Dopo un lungo cammino durato tutta la notte, all’alba raggiunsero il fiume Tevere  ma l’unico ponte sul fiume, il Sublicio, era stato distrutto durante i combattimenti. Alle ragazze non restava altro che attraversare il Tevere a nuoto. Giunsero in città sane e salve ma, quando Porsenna venne a conoscenza della loro fuga, andò su tutte le furie e mandò a Roma degli ambasciatori per chiedere la restituzione di Clelia dicendo che se gliel’avessero consegnata, lui l’avrebbe restituita ai suoi senza farle alcun male. I consoli romani, con rammarico, diedero l’ordine di riportarla da Porsenna, per onorare i patti sottoscritti. Egli, colpito dalla lealtà dei romani e dall’eroismo di Clelia, decise di restituire anche  molti altri ostaggi e le terre fra Roma e Veio. Finalmente una pace duratura si stabilì. Per le sue gesta vennero tributati a Clelia molti onori e nel Foro venne innalzata una statua  equestre dell’eroina che rappresentava una ragazza in groppa a un cavallo, ancora visibile nella tarda Repubblica.

Antonio Gazzetta 2C scientifico

 

Tanaquil, la regina etrusca

“Resta nella memoria come una strega o quasi, si connota nel sentire come spregiudicata e interessata”. Così Tito Livio descrive nella sua celebre Storia di Roma Tanaquil, molto probabilmente la più importante donna dell’antica Roma. Lei, però, non nasce a Roma, ma proviene dall’Etruria. Nata da una famiglia nobile, aveva ricevuto una buona istruzione, cosa  normale in Etruria ma piuttosto rara per le donne romane. Gia ciò ci fa capire la differenza che c’era tra le donne romane e quelle etrusche le quali, secondo alcuni studiosi, si interessavano alla politica e potevano assistere agli spettacoli come facevano gli uomini. Ma cosa avrà mai fatto per essere ricordata? Tanaquil proviene da Tarquinia e sposa  un certo Lucomone, uomo ricco e intelligente, ma figlio di uno straniero e quindi emarginato dall’intera popolazione. Tanaquil allora sprona il marito a trasferirsi a Roma, città dove non dovrebbe avere problemi ad inserirsi.Questo gesto dimostra la personalità di Tanaquil che, consapevole dell’influenza che ha sul marito, decide per entrambi il trasferimento, spinta dalla sua ambizione. Mentre vanno a Roma, un ‘aquila ruba il cappello al marito e poi lo fa ricadere sulla testa di Lucomone. Tanaquil interpreta ciò come un presagio di fortuna e, infatti, dopo non molto, Lucomone diventa re di Roma col nome di Tarquinio Prisco. Un altro grande esempio delle doti di Tanaquil si ha quando vede nel figlio dell’ancella Ocrisia il nuovo re di Roma. Infatti Servio Tullio, alla morte di Tarquinio, diventa il nuovo re non per volere del popolo, ma per volere di Tanaquil che nomina Servio reggente.

La storia di Tanaquil, però, non può essere presa in considerazione per studiare la condizione delle donne etrusche o romane. Infatti la sua  non è altro che una leggenda. Ma, oltre alla storia di Tanaquil, ci sono altre storie che descrivono la condizione della donna etrusca. Innanzitutto, se queste ultime appartenevano ad un’alta classe sociale, ricevevano una certa educazione. Inoltre dalla celebre frase di  Tito Livio, nella narrazione della leggenda di Tanaquil, “esperta qual era, come lo sono di solito gli etruschi, nell’ interpretazione dei celesti prodigi” possiamo capire che, in Etruria, anche le donne aristocratiche potevano interpretare i segni degli dei. Le donne etrusche, a differenza di quelle romane, portavano un nome proprio rispetto al proprio nome patronimico.
Ma, nonostante le varie differenze, la donna non aveva alcun potere in nessuna delle due società.

Giampiero Buono  e Alessandro Cuna 2C scientifico