fuocoammare-poster-locandina-2016Lunedì 3 Ottobre, su Rai 3, è stato trasmesso il nuovo film di Gianfranco Rosi: Fuocoammare. Si tratta di un docufilm incentrato sulla critica situazione di Lampedusa, durante questi difficili tempi di immigrazione.

Il titolo è stato scelto in riferimento alle navi militari che, durante la Seconda Guerra Mondiale, lanciavano razzi luminosi in mare, rendendolo rosso, come se fosse in fiamme. “Era tempo di guerra”, sembra assurdo che il mare adesso ne porti i “segni” di una nuova,  ma è così. “ Fuocoammare è un grido d’aiuto”, sono queste la parole del regista, che con questo film privo di finzione, ha tentato di lanciare un segnale all’Europa riguardo il dramma dell’immigrazione.

Il lungometraggio ha stregato la critica francese e americana, con la proiezione in Francia in più di 55 sale e il sold out per le 3 anteprime che saranno proiettate il 7, l’8 e il 16 Ottobre, al New York Film Festival.

Dopo aver vinto l’Orso d’oro a Berlino, il film è stato candidato agli Oscar come miglior film straniero e miglior documentario straniero.

Puo’ sembrare impossibile che l’Europa si svegli, dopo anni di tragedie, solo perché è uscito un film, ma le persone, per rendersi conto di ciò che accade intorno a loro, hanno bisogno di vedere con i propri occhi quello che sembra lontano dalle loro vite, ma che in realtà sta sconvolgendo il loro paese senza che se ne accorgano. L’obiettivo che Rosi voleva centrare con questo film è proprio questo: sensibilizzare la gente.

Ma perché è stata scelta proprio questa data per mandarlo in onda (in prima visione assoluta)?

Il 3 Ottobre ricorre la data in cui, nel 2013, un’ imbarcazione libica usata per il trasporto di migranti provenienti dall’Eritrea naufragò a poche miglia dal porto di Lampedusa. Persero la vita 366 persone, fra cui donne e bambini. Per questo, viene considerato una della catastrofi marittime più gravi del ventunesimo secolo. Inizialmente, il numero di vittime oscillava fra i 325 e i 363 individui. Proseguendo con la ricerca dei corpi, ne furono trovati altri 109, il 6 Ottobre, quando fu possibile accedere allo scafo dell’imbarcazione, che si trovava a circa 47 metri di profondità. Il 12 Ottobre si accertò il numero di 366 vittime e 20 presunti dispersi.

Quello del 2013 non sarà l’ultimo tragico naufragio, se questa situazione continuerà a degenerare. E’ disumano lasciare che queste persone rischino la vita, nella speranza di poter approdare in terre pacifiche, perché non abbiamo abbastanza coraggio per aprire gli occhi, per fare in modo che tragedie come questa non accadano più. Piangere su ciò che è accaduto non serve a niente, ma se onoriamo le vittime con nient’altro che parole, anziché azioni, ci saranno altri disastri su cui versare lacrime.

Clara Flauto 2A class.