Data l’altissima qualità dell’originale “Blade runner” del 1982, diretta dal maestro Ridley Scott, e la sua consacrazione a pellicola di culto, si temeva che il sequel non sarebbe stato all’altezza del precedente film, risultando così un vero e proprio fiasco soprattutto dal punto di vista strettamente cinematografico, non tanto da quello commerciale. Invece il giovane regista Denis Villeneuve, il figlio del famoso pilota di Formula 1, già autore di opere di notevole caratura, quali “Prisoners” e “Arrival“, ha dato vita ad uno spettacolo visivo ed auditivo potente ed esteticamente affascinante, ricreando quell’atmosfera di un futuro in cui la vivibilità del pianeta è ormai fortemente compromessa dall’inquinamento ambientale. Il film è uscito nei cinema italiani il 5 ottobre di quest’anno e ad oggi si può affermare che si è rivelato un flop, in quanto ha incassato globalmente molto meno del previsto: a quanto pare non ha attirato una massa notevole di spettatori. Sebbene sembrasse avere le carte in regola per essere apprezzato anche da chi è poco esperto di cinematografia o da chi semplicemente voleva passare due ore e mezza di divertimento, in realtà è caratterizzato da ritmi esasperatamente lenti, che possono annoiare lo spettatore medio. La storia ruota attorno ad un “blade runner”(interpretato da Ryan Gosling), ossia un poliziotto incaricato di trovare ed eliminare i vecchi “replicanti”(entità artificiali intelligenti e somiglianti in tutto all’uomo), che non adempiono più al loro dovere di lavoratori manuali; egli si troverà ad affrontare una serie di vicessitudini che lo porteranno a riconsiderare la sua vera natura e ad incontrare il protagonista del primo capitolo, interpretato ancora da Harrison Ford. Come detto la parte tecnica è eccezionale, ciononostante la sceneggiatura lascia vari punti oscuri, quando invece sarebbe stato preferibile chiarire alcuni aspetti relativi ai personaggi, soprattutto a quello dell’antagonista, creatore dei “replicanti”, impersonato da Jared Leto, a cui sono dedicate solo due scene; inoltre si è contestata la monoespressività di Gosling; infine i temi filosofici ed etici e i monologhi poetici presenti nel film del 1982, seppur presenti in questo sequel, non sono sviluppati in modo tale da imprimersi nella memoria. Complessivamente “Blade runner 2049” è un ottimo prodotto, che i fan della pellicola di Scott ed i cultori dell’estetica non possono rinunciare di vedere al cinema, ma che non è consigliabile a chi cerca qualcosa di rilassante e di spensierato. Probabilmente si è trattata di un’opportunità sprecata, considerati il talento e l’esperienza del regista e il cast di cui disponeva: si riteneva che Villeneuve avrebbe potuto realizzare un nuovo capolavoro, ma ciò non è avvenuto.