Il giorno 16 Novembre 2017 noi studenti della 3A e della 2A classico abbiamo visitato la mostra, agli scavi archeologici di Pompei, intitolata “Pompei  e i Greci”. La mostra è stata curata dai professori Osanna e Rescigno, in collaborazione con archeologi, architetti, ricercatori e con la casa editrice  Electa. Questa è stata allestita all’interno della Palestra Grande e progettata dall’architetto svizzero Bernard Tschumi.  Include tre installazioni audiovisive, curate dallo studio canadese GeM (Grafic eMotion), oltre  a reperti archeologici molto importanti e significativi. La mostra “Pompei e i Greci”  ha il fascino di un racconto non lineare, multietnico, fatto di sincretismo e dinamismo culturale e sociale. Quest’ultimo aspetto rimanda alla necessità di confrontare un pezzo della nostra storia contemporanea con quella del passato. Infatti comprendiamo che l’immigrazione era già rilevante nell’VIII secolo a.C. e questo ci fa riflettere sull’importanza di essa per creare e incrementare lo sviluppo e la cultura di un popolo.

La visita ci ha fatto rendere conto di quanto Pompei sia sempre stata la culla di numerose popolazioni, prima dei Romani. La città ha la fama di essere esclusivamente latina, ma non è così. Nella sala “introduttiva” ci sono, infatti, oggetti che riassumono il concetto di tutta la mostra, come ad esempio l’armatura di un oplita greco e la copia indigena di un vaso di manifattura greca.

Fin dalla preistoria si sono sviluppati insediamenti umani lungo le sponde del Sarno, fra cui il sito di Longola. Esso fu scoperto durante gli scavi per la costruzione di un depuratore. Troviamo, infatti, nella seconda sala della mostra reperti provenienti da Longola, fra cui  una piroga, lunga più di 7 metri e dei vasi d’ ispirazione greca. I vasi sono anche la testimonianza dell’incontro fra le popolazioni indigene e i Greci che colonizzarono i loro territori.

 

Numerosissime anche le iscrizioni sui manufatti locali in lingua greca, che veniva considerata la lingua “internazionale”.

Particolarmente suggestiva è l’ottava sala, dedicata al mare. E’ possibile ammirare una moltitudine di vasi caduti dalle navi dirette al porto di Napoli, trovati durante gli scavi per i lavori della nuova metropolitana, in Piazza Municipio.

La mostra si basa su due fili conduttori, il mare e il vino. Il mare, come dice il prof. Osanna, era un’autostrada per i popoli e i commerci, mentre il vino rappresentava il banchetto, il “simposio”, punto principale della convivialità di queste genti. Il vino è stato importante anche per l’arrivo in Campania delle coppe greche che ci sono pervenute e che sono esposte alla mostra.

La mostra presenta 13 sezioni, in cui ci sono corredi funerari, vasi etruschi e greci, di carattere sia religioso che  quotidiano, resti di templi e case pompeiane, armi. Questi reperti non provengono soltanto dai ritrovamenti di Pompei, ma anche da molte altre città, che ebbero un ruolo fondamentale nell’antichità, come Nola, Nocera, Napoli, Paestum, Cuma, Capua, Sorrento, Stabia, Metaponto e Striano

La mostra “Pompei e i Greci” ha reso in maniera molto  efficace questo intreccio tra etruschi, italici e greci, anche per la disposizione dei monumenti.  Noi studenti  abbiamo capito che l’immigrazione non è un fenomeno solo di oggi, ma ha caratterizzato anche il passato ed è importante sapere che l’incontro di diversi popoli, che oggi fa quasi paura, ha portato alle bellezze che oggi conserviamo e che costituiscono il fascino del nostro passato.

Nel portico meridionale della palestra sono stati collocati recentemente anche gli affreschi di Moregine, una località tra Torre Annunziata e Pompei, rinvenuti in una villa romana nel 1959 durante i lavori per la costruzione del’autostrada Napoli-Salerno. Sono stati esposti in Italia per la prima volta con un allestimento particolare che punta su un impatto emozionale forte attraverso un’istallazione sonora realizzata dal Centro ricerche Musicali. Questo complesso architettonico è composto da cinque triclini affrescati vivacemente, e a causa della presenza della falda freatica queste pitture sono state asportate e tre di esse sono al momento esposte.

Valeria Carotenuto, Clara Flauto e Anna Vitiello  3A class.