Lo scienziato Stephen Hawking è morto il 14 marzo, all’età di 76 anni, nella sua casa di Cambridge. Malato di Sla fin dai 21 anni, era da molto tempo immobilizzato sulla sedia a rotelle. Egli è noto come l’astrofisico della “Teoria del Tutto” ed è stato il più grande cosmologo della sua generazione. Per 30 anni (fino al 2009) ha occupato la cattedra di matematica all’Università di Cambridge, la stessa tenuta da Isaac Newton. La sua opera più conosciuta è “Dal Big Bang ai buchi neri. Breve storia del tempo”, un libro del 1988 considerato da molti ricercatori tra i più importanti nella letteratura scientifica del XX secolo, degno di essere posto accanto ai capolavori di Einstein. Quest’opera ha ispirato studenti, ricercatori, semplici appassionati e registi per film e documentari. Nel 2004 il film “La Teoria Del Tutto” sulla vita dello scienziato fu nominato agli Oscar e valse un premio a Eddie Redmayne come migliore attore protagonista. A Hawking si deve la teoria cosmologica sull’inizio senza confini dell’universo e la termodinamica dei buchi neri, la cosiddetta “radiazione Hawking”. Ma lo studio e l’osservazione dell’universo non si fermarono mai. Egli negli anni rivide più volte le sue scoperte senza smettere di indagare i confini del cosmo estendendo le conoscenze dell’uomo. La sua collaborazione con altri scienziati ha contribuito all’elaborazione di numerose teorie fisiche e astronomiche, esposte e divulgate nonostante le sue condizioni di salute. Una sedia a rotelle progettata su misura e un computer con sintetizzatore vocale sono i mezzi che gli hanno permesso di comunicare con il mondo.

Hawking era famoso, oltre che per il suo lavoro, anche per le sue pungenti battute: “Il più grande nemico della conoscenza non è l’ignoranza, è l’illusione della conoscenza”. Lo scienziato nel 2009 aveva anche ricevuto dal presidente statunitense Barack Obama la medaglia della libertà, la più alta onorificenza degli Stati Uniti d’America. Le scoperte di Hawking ci permettono di riflettere sui nuovi traguardi che la scienza è riuscita a raggiungere, a cominciare dall’intelligenza artificiale, vista come speranza e al tempo stesso minaccia per il genere umano.