Tutto succede per caso: andare di fretta al mattino e mettere la maglia al contrario, addormentarsi sull’autobus e scendere alla fermata sbagliata, insomma piccole sciocchezze, errori… Poi arriva quel giorno in cui la tua sbadataggine arriva alle stelle, in cui le mani iniziano a sudare, il battito accelera pericolosamente e tutto sembra assolutamente perfetto, come in una fiaba.

E’ così che tutto inizia, con un sorriso. Quel sorriso di cui credi non ti potrai mai stancare e che ti potrà sempre rendere felice; quello sguardo così accattivante, dolce, sincero, e poi i suoi baci i suoi abbracci e i suoi occhi così brillanti, così perfetti.

E’ così che tutto inizia, che nasce l’amore.

Ci si aspetta protezione, un rifugio sicuro in un unico abbraccio; conforto nei momenti più duri; una mano a cui potersi aggrappare quando ti sembra di sprofondare sempre più giù nel baratro; un sorriso che illumini ogni momento buio; rispetto reciproco sempre e comunque; voglia di rendersi felici a vicenda e massima complicità. Purtroppo le cose non sono sempre come ci si aspetta, e la storia d’amore che sognavi da bambina sembra improvvisamente troppo irreale, sdolcinata, semplicemente troppo bella per poter essere vera.

Si parte con poco, con quelle che inizialmente sembrano sciocchezze, dimostrazioni di affetto ,“ricorda che tu sei solo mia e di nessun altro”, e in fondo pensi che sia del tutto normale. Dopo un po’ di tempo inizia a non andargli bene il tuo abbigliamento, il tuo modo di truccarti con rimproveri come “chi ti deve vedere?, qui ci sono io “. E allora potresti pensare che lui ti veda come un gioiello prezioso, così raro che bisogna custodirlo gelosamente; arriva però il primo schiaffo, dopo la proposta di iniziare a lavorare, e la tua sicurezza inizia a vacillare.  Pensi che a volte capiti che ci sia qualche schiaffo in una relazione, ma dopo diventa un continuo, e il tuo corpo inizia a riempirsi di lividi, contusioni, gonfiori, sbucciature.

Alla fine tutto sparisce: l’idea di creare una famiglia, di tornare a casa la sera e di ricevere un grosso abbraccio colmo di affetto; la voglia di viaggiare, fare insieme qualsiasi esperienza che renda felice l’altro. Inizia a sembrarti tutto così lontano, come un ricordo sbiadito nel tempo; ti abbandoni a ciò che ti circonda, alla sofferenza, al dolore, e smetti di lottare . Alla fine quella luce che aveva illuminato tutte le tue giornate si affievolisce…ed è tutto buio.

Tutto accade per caso: non lo programmi, non te lo aspetti e non te ne preoccupi più di tanto, eppure sembrava così bello che nessuna donna si sarebbe mai aspettata di essere uccisa dall’uomo che amava.

In sostanza questo è il femminicidio: dolore violenza, fisica o psicologica che sia, e morte. Quanti scrittori ne hanno trattato e quanti invano hanno cercato di diffondere un chiaro messaggio contro questi atti terribili.  “ Ferite a morte” è un libro di Serena Dandini, nato con lo scopo di narrare le vittime del femminicidio, a cui, dal 2013, è stato riservato uno spazio in tv: diverse donne riescono a dare  voce ad alcune delle vittime di questi omicidi, raccontati nel libro. Vi sono molte storie,  e numerose sono quelle che mettono in luce i vari errori che una donna commette spesso all’interno di una relazione: innanzitutto, davvero molto spesso, ci si convince che in fondo si sia nel torto, che ce la si vada a cercare con il bisogno di indipendenza, rispetto, di sentirsi amate, di avere un lavoro, di sostenere insieme le spese, di essere al centro delle sue attenzioni… Come può una donna rimuginare su questi pensieri senza che si accorga che non è assolutamente normale? Esigere rispetto non è chiedere tanto, come non lo è voler lavorare e voler essere autonome. Convincersi che la colpa sia la propria piuttosto che ammettere semplicemente di aver sbagliato, che il cuore non ti abbia condotto nella giusta direzione; mostrarsi deboli, indifese da far credere che ogni desiderio sia un ordine, un ordine che non eseguito alla lettera porta a dolorose conseguenze e non importa quanto tu continui a ripetergli che lo ami, che faresti di tutto per renderlo felice, che cerchi di tranquillizzarlo durante una lite fino ad arrivare ad implorare, a supplicare una tregua o il perdono… La speranza è tutto ciò che rimane, ma spesso non è l’ultima a morire, bensì muore con te nell’istante in cui vedi che lo scintillio dei suoi occhi si è oscurato.

Federica Ricciardi 1A classico

 

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