Vico esclamativo: le voci del Rione Sanità
“Nessuno lascia una casa, una terra e una famiglia senza alcuna idea di cosa lo aspetti alla fine del viaggio. Nessuno che abbia anche una sola, minuscola alternativa.” Sono parole che nascondono rabbia, rancore, delusione ma allo stesso tempo desiderio di sopravvivere e di sfuggire a un destino atroce. Sono le parole di Amara, un giovane di ventisette anni che, forse troppo presto, ha abbandonato la sua terra, la sua famiglia e i suoi affetti senza avere la certezza di riuscire a salvarsi.
La Costa d’Avorio, il cui nome suggerisce un’immagine positiva, la terra luminosa, è diventato un posto troppo stretto per Amara, un ragazzo coraggioso e forte, che non ha avuto paura di reagire.
Una sera un gruppo di uomini lo ha aggredito e lo ha mandato a casa pieno di lividi e ferite. Amara ha sbagliato, o meglio, si è innamorato della ragazza sbagliata, ‘proprietà’ di un militare. Schierarsi contro un militare significa perdere in partenza. Amara ha messo in pausa il suo amore, ha scelto di sopravvivere ed è fuggito via da quel luogo che gli ha dato la vita ma che non esita a togliergliela. Il ragazzo giunge in Libia con pochi compagni, ma è catturato e gettato in una cella. Fortunatamente riesce a salvarsi e giunge in un luogo che non aveva mai sentito nominare prima, l’Italia.
Amara arriva a Napoli e dopo mesi passati in condizioni difficili è accolto in una cooperativa, “ La Paranza”, che in napoletano significa gruppo, insieme. E stare in un gruppo significa amare ed essere amato. Amara è l’esempio di quanto il coraggio e la tenacia, a volte, siano in grado di cambiare un destino ‘amaro’ e renderlo più felice. D’altronde, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, Amara è un nome bellissimo e significa eterno, immortale.
Quella di Amara è solo una delle tante storie raccolte in “Vico esclamativo” di Chiara Nocchetti, giovane scrittrice partenopea. È un libro che, come ha affermato la stessa scrittrice, “è contro i luoghi comuni, è per i napoletani, un libro che invita a riflettere e a immedesimarsi”.
Si tratta del primo libro della nuova casa editrice napoletana “ Edizioni San Gennaro”, pubblicato con l’intento di dar voce ai ragazzi del Rione Sanità, uno dei quartieri più difficili, ma proprio per questo più intriganti di Napoli. Sono tutti giovani che hanno trovato la loro salvezza nella cooperativa “La Paranza”, nata nel 2006 con l’intento di offrire speranza ai giovani del Rione. Obiettivo della cooperativa è anche quello di valorizzare le bellezze del Rione Sanità, luogo dimenticato da tutti. Grazie all’impegno di tutti i collaboratori, da archeologi a restauratori, e al prezioso aiuto di don Antonio Loffredo, La Paranza è riuscita ad aprire al pubblico e a valorizzare le Catacombe di San Gennaro. Sono sempre di più i turisti che accorrono da ogni parte del mondo per visitare questi luoghi bellissimi , rimanendo stupiti dalla singolarità delle guide: tutti giovani del Rione che amano ciò che stanno facendo e lo si vede dai loro occhi. Hanno finalmente capito di valere qualcosa, hanno trovato una via di uscita perché qualcuno ha offerto loro un’alternativa.
Maria Federico VA classico
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