Mercoledì 23 gennaio 2019 la scuola che frequento, il liceo Pitagora B.Croce, ha organizzato un incontro con la scrittrice Chiara Nocchetti, la quale ci ha presentato il suo primo libro, “Vico Esclamativo”. Questo incontro si è mostrato più interessante del previsto, dal momento che la giovane autrice è stata nei nostri confronti solare e non ci ha annoiati nemmeno per un attimo. Le classi che hanno partecipato all’incontro hanno interagito attraverso cartelloni, domande e video riguardanti il libro. Chiara ci ha spiegato come è nata l’idea della sua opera e soprattutto perché: “Vico Esclamativo” rappresenta le voci di tante persone nel Rione Sanità che, nonostante il loro passato buio, hanno trovato la forza di ricominciare da zero e di rendere migliore la loro vita e quella di chi gli sta intorno. L’autrice ci ha descritto quanto è stato difficile inizialmente per queste persone raccontare la loro storia drammatica ad una sconosciuta, ma anche quanto è stato duro per lei ascoltarle per poi editarle, rendendole ugualmente profonde e piene di significato anche per noi lettori. Ora i protagonisti del libro sono una cooperativa: “La Paranza”, che nata prima da un gruppo di sei persone, ora ventisette, ha avuto grandi soddisfazioni, come l’apertura al pubblico delle Catacombe di San Gennaro e di San Gaudioso. E in questa cooperativa ogni personaggio del libro ha un ruolo specifico. Questo incontro è stato molto significativo per noi ragazzi poiché dovremmo prendere esempio tutti i giorni da queste persone per la loro volontà e per la forza che hanno trovato di cambiare la loro vita.

Alessia Rodio 4D scientifico

Il giorno mercoledì 23 gennaio alcune classi del Liceo Pitagora Croce hanno incontrato Chiara Nocchetti, autrice del libro “Vico Esclamativo”. Da subito la giovane scrittrice ha instaurato un contatto con i ragazzi, per far sì che tutte le loro curiosità in merito al libro potessero essere soddisfatte. La prima domanda che le è stata posta riguarda proprio cosa l’avesse spinta a fare il suo viaggio in India e cosa avesse significato per lei. Così agli alunni è stata raccontata una parte del suo percorso, cioè come lei, presa da un senso di insoddisfazione in un periodo prossimo alla laurea in giurisprudenza, abbia deciso di partire in modo molto istintivo. Proprio in questa occasione è nata la sua storia come vera e propria scrittrice perché, durante quel viaggio, era solita pubblicare su “Facebook” cosa stava vivendo lì o cosa le stesse accadendo, sotto forma di piccoli racconti. Un giorno, così, un giornalista del “Corriere del Mezzogiorno” le chiese di poter pubblicare quelle storie sul suo giornale e, dopo la laurea, è stata contattata da padre Antonio Loffredo, anch’egli affascinato dalle sue modalità di scrittura. Il sacerdote, infatti, voleva che lei potesse dar voce a ciò che accade nel Rione Sanità, una zona di Napoli finora quasi dimenticata. Attraverso le domande rivoltele dagli studenti, Chiara ha raccontato di come a padre Antonio siano state affidate più chiese, perché nessuno sapeva cosa farsene di quelle strutture, e  come egli abbia sfruttato gli spazi e le opportunità ricevute per offrire occupazione in un quartiere in cui questa non c’era. All’autrice è stato poi chiesto in che modo sia riuscita a stabilire un contatto con i personaggi, tale da spingerli a raccontare le loro difficili storie. Chiara ci ha riferito che, sotto consiglio di padre Antonio, si è incontrata in un bar con Lello, il primo ad aprirsi con lei, e poi con tante altre persone che le hanno raccontato la loro storia e alle quali poneva sempre la stessa domanda per rompere il ghiaccio, cioè come fossero arrivati lì. Così, quella semplice chiacchierata in un bar davanti ad un caffè e a tanto imbarazzo, si è trasformata in qualcosa di molto più grande. Per la giovane donna è stato molto difficile ascoltare tutta quella sofferenza, ma tutti questi racconti le hanno fatto poi scrivere il libro con tantissima naturalezza, ma soprattutto con tanto rispetto verso i protagonisti. Lo scopo del libro è, dunque, quello di dare la giusta voce a chi, come loro, ha passato nel Rione una vita fatta soprattutto di infelicità e sofferenza. L’autrice, infatti, definisce il libro <<un vero e proprio inno all’empatia, che faccia uscire da se stessi per capire il prossimo>>. Dopo aver guardato svariati video realizzati per lei dagli alunni sul Rione e sulle Catacombe di san Gennaro, le è stato domandato cosa abbia spinto i personaggi ad andare avanti nonostante tutto e come la nuova generazione possa fare lo stesso. La giovane autrice ha consigliato a tutti i ragazzi  di non restare mai fermi, ma di cercare di uscire dalla “comfort zone” per poter andare oltre, confrontandosi con gli altri perché solo così si può crescere veramente. Inoltre Chiara ci ha invitato a vivere pienamente ogni singola emozione e a concentrarci di più sull’essere umano. Ha consigliato ai ragazzi di essere uniti il più possibile in un mondo che oggi è basato più sull’apparenza che sulla sostanza dei sentimenti.  

Claudia De Falco 4D scientifico