Tragicità, innocenza, ingenuità, sopraffazione, morte, potere, amore, ambizione…tutto confluisce ne “La paranza dei bambini”. Un film uscito nelle sale a febbraio 2019, diretto da Claudio Giovannesi  e tratto dall’omonimo romanzo di Roberto Saviano del 2016. Ha vinto l’Orso d’Argento al Festival di Berlino per la miglior sceneggiatura scritta dagli stessi Giovannesi, Saviano e da Maurizio Braucci.

Il Rione Sanità di Napoli è teatro della vicenda rappresentata, in cui interagiscono dei ragazzi quindicenni: Nicola, Tyson, Biscottino, Lollipop, O’Russ, Briatò.  Essi vogliono diventare ricchi alla svelta, desiderano affermarsi,  realizzarsi in poco tempo, perchè pensano di non avere altre alternative. Vogliono ottenere tutto e subito: il denaro che li rende vincenti, l’ indipendenza  e  il rispetto.
Sono disposti a qualsiasi cosa pur di non essere controllati da nessun boss e di non far parte di alcun Sistema… se non di quello che hanno intenzione di creare. Scelgono la strada della droga e delle armi. Imparano a sparare con pistole e AK-47, iniziano a stringere “alleanze”, e per le strade seminano il terrore sfrecciando in sella ai loro scooter.

Sono adolescenti svegli ed intraprendenti, che cercano di “contare attraverso la violenza”, gestiscono autonomamente piazze di spaccio, impongono estorsioni a chiunque. Devono far capire ai rivali chi comanda, rivendicare la supremazia a tal punto da giocarsi la vita. Lo sfondo a questo tripudio di immagini potenti  è una Napoli diversa, diversa da quella di “Gomorra”, che non fa da personaggio ma   da protagonista. Nonostante la città partenopea sia uno degli elementi principali della pellicola, tuttavia il film  pone al centro l’introspezione psicologica dei personaggi, in particolar modo quella di Nicola. Ogni aspetto della sua vita è analizzato con accuratezza e approfondimento; inoltre, è significativa la contrapposizione tra la scena in cui, da piccolo, Nicola ha assistito alla richiesta del pizzo a sua madre e quella in cui si trova, ora, in prima persona a chiederlo.


I sentimenti più profondi del personaggio costituiscono, in realtà, i veri protagonisti e sono ispirati la “legge del più forte”: una regola che vige sovrana in questo mondo, che sembra parallelo, ma che è proprio di molti quartieri, napoletani e non solo, come riferisce lo stesso regista.  “La paranza dei bambini” non va generalizzato e considerato un film-inchiesta, un reportage giornalistico o una ricerca sociologica sulla giovane criminalità a Napoli, bensì occorre che sia interpretato come un racconto sulla perdita dell’innocenza.

Claudia De Rosa e Alessandro Esposito III B classico.