Il 15 febbraio 2019, una parte della nostra redazione ha partecipato alla presentazione del libro La maledizione dell’acciaio, scritto da Oreste Ciccariello e ideato da Gigi e Ross.

Il protagonista, Massimo Mancini, decide di affrontare l’Italsider, l’avvelenato mostro di acciaio di Bagnoli che gli ha portato via il padre. Lo fa con le armi dell’uomo comune, studiando per laurearsi e per entrare nella commissione di bonifica dell’Italsider.  Nelle viscere del mostro , Massimo scoprirà segreti, complotti che mai avrebbe potuto immaginare. E poi la maledizione  gli cambierà la vita: l’acciaio avvelenato  gli entrerà dentro facendolo sentire mai così vivo e nello stesso tempo irrimediabilmente morto. La maledizione gli darà la forza per combattere  ad armi pari contro il mostro di acciaio. In un susseguirsi di rivelazioni, amicizie rovinate e amori mai finiti,  Massimo accenderà una luce nel buio e sarà il mare che inonderà la terra arida, vincendo una battaglia di una guerra purtroppo ancora molto lunga, perché da qualche parte un altro mostro sta già oscurando ogni debole fonte di luce.

La libreria “Libertà” di Torre Annunziata, ci ha dato l’opportunità di intervistare gli autori del libro:

-Qual è stata l’idea che vi ha spinto alla realizzazione di questo progetto?

Ross:”Siamo stati spinti dall’ amore per Napoli e per Bagnoli; iniziammo a scrivere un progetto cinematografico, il cui scopo era quello di fare luce su un problema molto attuale che riguarda quelle zone, l’inquinamento.  Oreste è intervenuto nella sceneggiatura e ha deciso di  romanzare quella storia, arricchendola e impreziosendola”.

-Scegliere di restare, come ha fatto Massimo (il protagonista), può essere un modo per noi ragazzi di curare la nostra terra?

Oreste: ” E’ forse l’unico modo per curare la nostra terra. I supereroi sono quelli che restano non quelli che vanno via, come “l’amichevole Spider –man di quartiere “ che sceglie di restare nel suo quartiere. Dobbiamo restare qui per lottare per questa terra, per il bene della  città.”

-Che importanza date alla lettura per la diffusione di temi così importanti come l’inquinamento?

Gigi:” Si deve leggere sempre. Ciò che sappiamo lo abbiamo appreso  dalla lettura di testi. Per avere una buona formazione teatrale, abbiamo letto molto. Grazie al nostro lavoro leggiamo ancora e tanto, soprattutto copioni e sceneggiature. Importante è  anche informarsi utilizzando sia la stampa che le nuove tecnologie; bisogna guardarsi intorno e capire ciò che ci circonda, essere sempre curiosi.”

-Sperate di smuovere e sensibilizzare l’opinione pubblica con questo libro?

Ross: “Inizialmente, quando abbiamo scritto la sceneggiatura e il libro , non pensavamo che avesse un risvolto sociale. Ne siamo contenti perchè non era previsto. Speriamo che il testo abbia ampia diffusione non perché vogliamo avere successo, ma perché può contribuire al riscatto di queste zone abbandonate”.

Oreste: “L’ intento non era quello di denunciare, ma siamo contenti  se  riesce a portare giustizia e a sollecitare interventi positivi.”

-Quale consiglio potete dare a noi giovani di Torre Annunziata, che conviviamo con molte strutture fantasma?

Gigi: “Come dice Catello Maresca nella prefazione”Non bisogna voltarsi dall’altra parte, ma  schierarsi dalla parte del bene , conoscere quello che ci circonda per cercare di affrontarlo ed evitate di sperare che qualcuno cambi le cose al posto vostro, incominciate voi.”

Ross:” L’unica arma che abbiamo è conoscere. Più conoscete, più sarà facile affrontare la vita e rispondere a tutte le domande che vi faranno per mettervi in difficoltà. Se non conosci, invece, sarai messo  in difficoltà più spesso”.

Oreste: “Voi che avete intrapreso la strada del giornalismo e avete la possibilità di parlare e di scrivere, martellate sempre, fatevi sentire”.

Adesso, inaspettatamente, è Gigi a volermi fare una domanda:

-Sarai giornalista un giorno?

Io ho risposto che sarebbe il mio sogno.

Dopo questa intervista, la voglia di lottare per la nostra terra, proprio come fa il protagonista , è aumentata. Non aspettiamo che qualcuno faccia il primo passo al posto nostro, dobbiamo essere noi a farlo.