ASSOLTO O CONDANNATO? LE FASI DI UN PROCESSO PENALE
“Quando ho saputo di dover tenere questo incontro in una scuola superiore, mi sono chiesta che cosa sapessi io alla vostra età di giustizia, legalità e processi. La risposta è stata che le mie conoscenze erano pari a zero, e questo mi ha spronata a parlare con voi in maniera semplice e confidenziale di quello che ora è diventato il mio lavoro.” Con queste parole la dott.ssa Ambrosino ci ha introdotto in quello che è il vastissimo mondo della Legge e del processo. Infatti, mercoledì 27 marzo, nella sede centrale del nostro liceo, alcuni studenti del quarto anno hanno incontrato quattro legali, di cui un magistrato e tre avvocati, del Palazzo di Giustizia di Torre Annunziata. Questo appuntamento è stato organizzato per preparare i ragazzi alla simulazione di un processo penale a cui avrebbero assistito il giorno dopo per il progetto di alternanza scuola-lavoro; tuttavia il confronto con gli esperti è stato davvero interessante anche per coloro che non avrebbero preso parte a quest’attività.
Ha preso la parola l’avvocato Torrese, il quale ha dichiarato che non potrebbe esistere un mondo senza leggi, in cui ciascuno esercita la giustizia in maniera privata, secondo i propri valori e principi morali. Successivamente ci è stato illustrato in modo elementare lo svolgimento di un processo e della precedente indagine. “Tutto parte da una denuncia ai Carabinieri.” Basta solo una vostra parola, purché sia credibile, per dare inizio ad un processo” ci dice la dottoressa Ambrosino. “Dopodiché il Pubblico Ministero, che ha il compito di esercitare l’azione penale, svolgerà delle indagini sul caso, cercando prove e ascoltando le testimonianze di altre persone che hanno assistito al reato. Questa, però, è una fase segreta, nella quale l’imputato è assente e non saprà dell’accusa che gli è stata attribuita fino a quando le indagini non saranno chiuse. Se le prove sono sufficienti e certe, l’udienza potrà cominciare. Il Pubblico Ministero illustrerà la vicenda al giudice, che in quel momento non conosce alcun particolare dell’indagine. Poi entra in gioco la vittima, che racconta la propria versione dei fatti e il perché dell’accusa. Una volta che sono stati ascoltati anche i testimoni, l’imputato ha il diritto di parlare:” Penso che oggi la chiave e l’essenza del processo stiano proprio nella possibilità di difendersi da parte dell’accusato”. Sottolonea il magistrato.
Dopo questa spiegazione, a prendere parola è l’avvocato Maria Formisano, che ci descrive ancora più minuziosamente quanto sia fondamentale la figura del difensore in una causa.
È anche molto importante l’approccio dell’avvocato nei confronti di tutti gli altri membri dell’udienza: per lei alzarsi in piedi è un segno di forza, simbolo della retorica persuasiva, che è in grado di convincere il magistrato della propria tesi. Ci dice anche che ci vuole coraggio a denunciare, ci vuole coraggio a battersi per la verità con la paura di non essere creduti, soprattutto ci vuole coraggio ad accusare il proprio malfattore dinanzi ad una Corte di Giustizia, talvolta guardandolo negli occhi. Eppure la violenza , la criminalità non possono essere contrastate se il cittadino non utilizza l’ arma della denuncia.
Ilaria Arcamone
Chiara Basile
Marialuisa Iovene II A CLASSICO
Lascia un commento