In un’epoca in cui troppo spesso emerge la necessità di abbattere gli stereotipi legati al genere, l’azione del mondo della moda, ossia uno dei capisaldi mezzi di influenza su ogni tipo di generazione, che si parli della generazione Zeta o dei cosiddetti “boomers”, è da considerarsi fortemente importante quanto efficace. In questa prospettiva, un ruolo decisamente rivoluzionario ha avuto la Casa di Moda italiana Gucci, di estrema notorietà in tutto il mondo, sotto la recente direzione artistica di Alessandro Michele: da circa cinque anni, il Creative Director del brand ha attuato una vera e propria rivoluzione, riportando in alto il nome della famosa Maison, secondo un aspetto del tutto innovativo e di gran lunga funzionale per una società che sta cambiando. Per la prima volta nella storia della moda, le produzioni tipiche della passerella maschile e di quella femminile si sono incrociate, ponendo solide basi per un Fashion Show totalmente fuori dagli schemi: abiti e accessori dalle tinte forti e dai tessuti molto particolari, indossati indistintamente da donne e uomini senza seguire alcun canone legato al genere.

Dunque, ciò che fino a una dozzina di anni prima poteva essere considerato quasi blasfemo, adesso viene innalzato come una forma di riscatto contro le discriminazioni legate al genere. Il messaggio che l’anarchico leader del marchio vuole comunicare è fortemente trasversale: ciò che indossi non ha genere. In particolare, ciò su cui punta Michele è la caduta degli stereotipi legati all’universo maschile, la cosiddetta mascolinità tossica, frutto di una società nettamente patriarcale in cui gli uomini sono costretti ad indossare “giacca e cravatta”, opprimendo il proprio estro e non potendo dare luce alle proprie peculiarità mediante i capi che indossano.

Harry Styles e Alessandro Michele al Met Gala 2019

Numerose personalità di spicco hanno aderito a questa rivoluzione, indossando in molteplici occasioni i capi neutral-gender del brand. Tra questi, artisti di fama globale molto influenti sulle nuove generazioni come la giovanissima Billie Eilish e l’ex componente degli One Direction, ora solista dalla medesima notorietà, Harry Styles; entrambi sono stati protagonisti dell’ultima geniale trovata di Alessandro Michele: per presentare l’ultima collezione Gucci, il Fashion Show è stato trasportato dalla passerella al piccolo schermo, realizzando un’originalissima miniserie ambientata in una dimensione differente in cui chiunque indossa con atteggiamento rilassato i capi caratteristici della Maison. Si tratta dello stesso atteggiamento rilassato e indifferente che Gucci suggerisce di assumere a chi veste neutral-gender: non aver timore di esprimere te stesso attraverso ciò che indossi poiché non esiste alcun canone che possa limitarti.

Achille Lauro al Festival di Sanremo 2020

Anche nel nostro Paese, la collaborazione tra Gucci e rilevanti celebrità del calibro di Achille Lauro gioca un ruolo fondamentale per abbattere gli stereotipi di genere, oltremodo radicati nella società contemporanea e nel genere musicale in cui l’artista si identifica. Un autentico spirito libero, esponente del pop-rap italiano, Achille Lauro è noto a tutte le generazioni per la sua straordinaria kermesse alla Settantesima edizione del famigerato Festival di Sanremo, in cui i protagonisti, oltre alla sua musica, sono stati proprio i particolarissimi capi disegnati da Alessandro Michele. Tale scelta non è stata affatto casuale: il messaggio che il famoso cantante ha inteso comunicare si pone proprio sulla scia di quello già affermato dal brand; si tratta dunque di una collaborazione che calza veramente a pennello. Creativo, anarchico ed estremamente sensibile, proprio come il Creative Director di Gucci, Achille Lauro rifiuta le convenzioni e risponde: “Sono fatto così, mi metto quel che voglio e mi piace: la pelliccia, gli occhiali glitterati sono da femmina? Allora sono una femmina!”.

La rivoluzione di Alessandro Michele è solo l’inizio di un cambiamento che, pur lento, sta avvenendo in quella che fino a qualche tempo fa è stata la principale fabbrica di stereotipi legati al genere, il fashion world; un cambiamento di cui la generazione Zeta ha fortemente bisogno: la necessità di esprimere se stessi senza essere giudicati come appartenenti a una determinata categoria o un determinato genere.