La notizia risale a due giorni fa, ed arriva dall’Ungheria. Dal quindici dicembre duemilaventi, con la maggioranza di 123 voti a favore contro 45 sfavorevoli, alle coppie omosessuali non sarà più possibile adottare.

L’ “obiettivo”? “Proteggere i nostri bambini, non limitare i diritti di alcuni gruppi sociali”; queste le parole di Judit Varga, ministro della Giustizia.

Le adozioni saranno concesse, da questo momento, solo a coppie eterosessuali sposate. Per il Governo Ungherese, quindi, la famiglia è costituita esclusivamente da uomo e donna. Il diritto per un bambino di avere una famiglia che lo ami viene limitato al nucleo tradizionale.

Il Parlamento, tuttavia, non si è arrestato: nello stesso giorno, è stata approvata la legge per abolire il cambio di sesso. Indubbiamente, entrambe le riforme, sono indice di grande omofobia e transfobia. Forte la discriminazione, dunque, nei confronti della comunità LGBTQIA+. L’accusa arriva, immancabilmente, anche da Amnesty International, di cui il portavoce italiano, Riccardo Noury, ricorda che le organizzazioni umanitarie hanno sollecitato ad annoverare, tra i temi trattati nel processo contro l’Ungheria, anche queste aggressioni contro la comunità.

Una decisione a dir poco limitante, che ci fa comprendere, ancora una volta, quanto, per l’uomo, sia difficile accettare qualcosa che si allontani, anche minimamente, dal suo modo tradizionale di organizzarsi e di comportarsi nella società. Si resta stupiti dall’ignoranza che chi discrimina riesce a dimostrare ogni volta. Qui in Italia, tuttavia, non possiamo dire di essere avanti: ancora moltissimi i casi e le affermazioni di odio e di attacco alle innovazioni sociali relative al genere, anche da parte di esponenti politici. Possiamo pensare, ad esempio, a Giorgia Meloni, Matteo Salvini e ai loro partiti. Le unioni tra coppie dello stesso sesso sono ammesse unicamente con rito civile e, soprattutto, una normativa in merito è stata approvata solo di recente.

E’ difficile combattere la discriminazione e lo è ancora di più quando sentiamo, oltre agli adulti, i nostri giovanissimi coetanei annunciare con voce sicura di essere omofobi. L’odio fa paura e spinge le persone a nascondersi, soprattutto se proviene da chi dovrebbe darci sostegno.

La notizia riguarda un Paese vicino ma esterno all’Italia; poi a chi toccherà? Ci accingiamo a celebrare la venuta di un nuovo anno, il 2021, ma non si riescono a scorgere i presupposti per una società realmente libera. Nonostante il problema in Italia sia notevole, non c’è comunque da escludere che in tutto il mondo, una realtà così semplice non sia ancora pienamente accettata. Confido nella mia generazione, la “Generazione Z”, nella sua volontà di cambiare le cose, al fine di creare una società sicura per tutti.