Sembrava non finisse più, un calvario che da marzo ci viene dietro. Sembrava che ognuno di noi si fosse ormai arreso. È innegabile: tutti abbiamo pensato all’idea di dover vivere così per ancora molto tempo. “Così deve andare”, ce lo siamo ripetuti più volte, per darci forza sì, ma con molta malinconia e tristezza, pensando a quella che in passato era la nostra vita, e a quello che questo 2020 avrebbe potuto essere. Abbiamo gridato dai balconi “ce la faremo”, “ritornerà tutto come prima, anzi dopo saremo tutti migliori”. Lo dicevamo, sì, ma ci credevamo? No, lo speravamo. Perché, in fondo, è proprio vero: la speranza è l’ultima a morire. Abbiamo sentito in TV parlare di sperimentazioni, di studi, dei tentativi della scienza di superare questa pandemia, e abbiamo pensato: “Chissà… chissà se riusciranno a produrre un vaccino… chissà per quando sarà pronto, di solito ci vuole qualche anno… chissà se funzionerà…”.  Il dubbio, l’incertezza, la diffidenza hanno attanagliato i nostri  animi inquieti. Ma in fondo speravamo. Speravamo in coloro, quei pochi, che ci hanno creduto fin dall’inizio.

Il risultato? 27 dicembre 2020, una data storica per l’umanità intera: dopo appena nove mesi dall’inizio della pandemia è iniziata la campagna vaccinale in tutta Europa. Le prime 9750 fiale del vaccino anti-Covid Pfizer/BioNtech sono arrivate nel nostro Paese nel giorno di Natale, e sono state distribuite a tutte le regioni. È così che l’Italia dà il via alla rinascita, partendo dalle fasce più a rischio e dal personale sanitario. Eccola, finalmente, la luce in fondo al tunnel! Una luce che deve darci la forza di andare avanti, ma che non deve farci abbassare la guardia. Sì, perché, a quanto pare, siamo giunti quasi al termine di questo capitolo negativo della nostra vita e sarebbe folle gettare al vento tutti gli sforzi fatti proprio a un passo dal traguardo. Affinché il virus venga sconfitto è necessario che più del 70% della popolazione sia vaccinata e per raggiungere quest’obiettivo c’è bisogno di tempo, perché non ci sono ancora le dosi per tutti, considerando che ogni vaccinazione prevede un richiamo.

Dunque passeremo altro tempo vivendo così, altro tempo senza amici, senza abbracci, senza feste, senza le libertà a cui eravamo abituati, ma questa volta con uno spirito diverso, consapevoli che ormai, in questa lotta, siamo passati dalla difesa all’attacco. Ancora una volta siamo chiamati alla responsabilità: quella di non pensare che da oggi ci sia un “liberi tutti”, ma soprattutto quella di vaccinarci e far vaccinare gli altri, fare da esempio. Sui social si legge di tutto, e tanti sono ancora quelli che non ci credono, i cosiddetti “NoVax”, per non parlare di chi addirittura grida a insensati complotti. Purtroppo quella contro il Covid è una battaglia che non si può combattere da soli, e questo va fatto capire a tutti. Bisogna sconfiggere la paura e avere fiducia nella scienza; questa è l’unica strada che abbiamo se vogliamo realmente che tutto diventi un lontano ricordo. Adesso è arrivato il momento di continuare a sperare, più forte di prima, questa volta nel buonsenso della gente. La scienza ha fatto la sua parte, adesso tocca a noi.