I nostri studenti rispondono a Nicoletta Tancredi, giovane docente in un liceo campano, che ha scritto una lettera ai suoi studenti invitandoli a non sprecare il momento particolare che stiamo vivendo.

https://m.famigliacristiana.it/articolo/prof-scrive-agli-alunni-a-distanza-la-lettera-e-una-lezione-di-vita.htm

Professoressa,
sono estremamente contenta di sentire più volte parole di questo tipo, siccome mi rendono ancora più convinta di ciò che già penso da un po’. Non credo assolutamente che quest’anno sia stato un anno sprecato; sicuramente non è stato come me lo aspettavo, come non se lo aspettava nessuno, ma non significa che sia stato un anno perso: personalmente ho imparato, da questo travolgente e dirompente 2020, cose a cui non avrei mai prestato la stessa attenzione.

Mi sono ritrovata nel 1628 senza accorgermene, in un attimo, tra una video lezione e l’altra, tra una canzone di Mina e una di Peppino di Capri gentilmente offerte dal signore del palazzo di fronte, Renato, ero insieme a Renzo e non ci potevo credere. Poi un saluto, Renato rientra in casa, chiude il balcone, vari applausi ed eccomi nel 1629 e nel 1630; riesco a vedere, quasi a toccare anch’io, quella bambina di nove anni, Cecilia, vestita a festa e con i capelli divisi sulla fronte, morta, a guardare la sua mamma negli occhi e accorgermi che Manzoni aveva ragione:il suo viso era asciutto, ma le lacrime le aveva sicuramente già versate. Siamo sinceri, quanti alunni avrebbero dovuto studiare queste pagine dei Promessi Sposi considerando le innumerevoli analogie? Nessuno, eppure noi, gli “sfortunati”, abbiamo avuto la possibilità di analizzare al meglio tutto, di riscoprire la storia, di attraversarla. Stare accanto a Renzo durante gli assalti ai forni non è stato il massimo, il promesso sposo non era nemmeno molto furbo, ma è servito. Ora gli sfortunati sanno. È vero però che a parte i diversi incontri con i personaggi di Manzoni, i vari popoli che premevano ai confini dell’Impero Romano e il recente incontro con i filosofi non si possono sostituire alle chiacchiere e alle risate con qualsiasi altra persona reale leggermente più giovane rispetto a loro, ma meglio di niente.

Alla fine non ci è stato tolto nulla, o almeno non solo a noi, ma chiunque creda che quest’anno abbia tolto, invece che dato, si sbaglia; da quest’anno tutti abbiamo ricevuto qualche sentimento in più: rabbia per come sia andata, dolore per le persone care perse, delusione perché da quest’anno chissà cosa si aspettavano, felicità nello scoprire nuovamente quanto sia speciale e preziosa la nostra esistenza. Questo tempo non ha dato i frutti sperati, ma ha inevitabilmente dato. A quelli che credono che adesso qualcuno debba qualcosa, mi dispiace, ma rimarranno senza niente, tranne la lagna, come dice lei, perché chi aspetta, invece di agire con tenacia ogni giorno, è l’unico capace di sprecare giorni, mesi e persino anni.

Con le video lezioni capita di avere mal di testa, di annoiarsi molto prima che siano passati trenta minuti, ma è il modo di reagire, rappresenta il modo di non fermarsi davanti a tutti questi ostacoli, di arrivare “ad astra”,o almeno sopra il pavimento, nonostante questi macigni ci trattengano o quasi ci spingono verso il basso. Dietro ogni avversità vi è un lato positivo, sempre, un aspetto da conoscere, un nuovo punto di arrivo a cui ambire; l’avversità non è altro che una strada, un po’ lunga e non dritta, che non abbiamo scelto, che ci porterà magari a un’altra destinazione. Mentre la percorriamo la malediciamo, è una salita sfiancante, ma mai fermarsi, arrivati alla fine noteremo quanto sia bello il paesaggio che riusciamo a vedere, quanto non fosse così lunga e che, nonostante tutto, sia stata un’esperienza. Ci innamoreremo della casa a cui saremo arrivati, piccola ma grande abbastanza per accogliere le persone che riteniamo giuste per starci accanto. All’improvviso un rumore, cade il tetto nel salone, un’altra piccola avversità ma incredibilmente piacevole, da quel buco vedremo uno squarcio di cielo e perfino un paio di stelle.