Nel VI libro dell’Iliade  i protagonisti sono sicuramente Ettore e Andromaca , che si incontrano con il presentimento che sia l’ ultima volta e si scambiano  un tragico e affettuoso addio. Omero  descrive  perfettamente le emozioni e l’amore che i due si trasmettono durante il loro saluto, riuscendo a percepire bene  i sentimenti che  provano l’un per l’altro. Il legame tra Ettore e Andromaca é espresso in modo così  singolare e così articolato che ci induce ad immedesimarci  nella situazione vissuta dai protagonisti. Il bene e l’amore reciproci si contrappongono a tristezza e a disperazione per il grigio futuro che li  aspetta . I sentimenti dell’ultimo abbraccio,dell”ultimo saluto, dell’ultimo momento insieme sono fortemente evidenziati dai versi di Omero ricchi di compassione, di tenerezza e  di un profondo senso di amarezza. Specialmente in questo momento storico che stiamo vivendo, a causa della Pandemia da Covid -19, possiamo riuscire a comprendere le sensazioni dei due personaggi che si salutano per poi non rivedersi mai più. Proprio come Ettore e Andromaca tante persone hanno dovuto salutare i propri cari per l’ultima volta o addirittura li hanno visti allontanarsi dalla propria dimora, dalla propria famiglia, per essere ricoverati in ospedale , costrette poi  a trascorrere le giornate con il forte  e asfissiante punto interrogativo dovuto allo stato di   salute dei propri cari e all’ incertezza di poterli rivedere.  Ettore e Andromaca si salutarono scambiandosi gesti d’affetto, baci, abbracci  comportamenti tipici del dirsi addio a differenza, purtroppo, di chi ha dovuto salutare per l’ultima volta i propri affetti , e, a causa del virus , lo ha dovuto fare senza alcun abbraccio, alcuna carezza, nessun tipo di contatto fisico che potesse  manifestare i sentimenti di dolcezza e amore. Questi innumerevoli saluti che sono stati a malincuore dati durante l’emergenza, li definirei “addii anomali” , poiché non rispecchiano gli atteggiamenti assunti di solito  durante il momento del saluto. Riflettendo sulle norme anti contagio imposte dalle autorità e applicate ai comportamenti degli uomini,  possiamo subito pensare  all’ opera artistica di Giorgio de Chirico, il quale ha raffigurato l’addio tra Ettore e Andromaca. La caratteristica dei suoi quadri è quella di ritrarre le persone stilizzandone le parti del corpo; infatti, nel quadro dedicato ai due amanti che si dicono addio ,egli non li raffigura come persone, bensì come manichini privi di arti superiori . Non dipingendoli, egli ha voluto esprimere l’ assenza di emozioni in questi personaggi che dall’ epoca di Omero sono trasferiti nel contesto storico del ‘900, in cui l’ umanità è quasi scomparsa a causa delle trasformazioni che ha subito la società. Anche oggi il virus ci ha insegnato a reprimere ogni gesto affettuoso , ogni emozione, rendendoci diffidenti e sospettosi verso gli altri.  Infatti questo virus ha impedito e ostacolato ogni forma di socialità, di contatto fisico, di abbraccio:   come nel quadro di De Chirico ogni tentativo di abbraccio è impossibile ,così noi oggi, siamo obbligati a reprimere ogni gesto d’ affetto verso i nostri cari. Studiare l’addio di Ettore e Andromaca e riflettere sul quadro di Giorgio de Chirico mi hanno suscitato una particolare emozione: un senso di nostalgia degli abbracci,  dei baci, di un saluto “normale”   senza dover tenere d’occhio le distanze o la mascherina. Il crudele destino di Ettore e Andromaca non ha  consentito ai due coniugi di provare un briciolo di speranza per il futuro ,   ma ha consentito loro di manifestare il loro amore  in un caloroso abbraccio e in discorsi ricchi  di affetto. Al contrario, il Covid è stato capace di sottrarci agli affetti, ad ogni tipo di relazione sociale e fisica impedendoci di manifestare le nostre emozioni al meglio come avremmo sicuramente fatto di solito. Questa terribile pandemia  ha, dunque, modificato ogni aspetto della nostra vita, riuscendo ad imporci anche il come doversi salutare…non è stato però capace di impedirci di nutrire la speranza  in un futuro migliore per tutti e di consolidare un senso di forza e di solidarietà che ci permetterà di vincere questa grande battaglia contro un nemico invisibile.

Laura Scognamiglio IB cl.