Il tempo passa, ma i pregiudizi rimangono, come una gabbia che ci rinchiude. Almeno una volta nella vita è capitato a tutti di essere vittima dei pregiudizi: chi per il diverso colore della pelle, chi per la cultura diversa e chi ancora perché ha un fisico diverso dagli standard di bellezza. Il problema è proprio questo: chi siamo noi per decidere gli standard di bellezza o di altro? E poi, per quale motivo dobbiamo avere così timore del “diverso”? Dovremmo, a mio parere, fare di queste differenze un punto di forza, un qualcosa che ci renda unici nel nostro genere.
Potremmo sicuramente proporre come esempio la storia di Anna ed Andrea – nomi di fantasia -, due ragazzi di 16 e 21 anni, che però non sono riusciti a vivere la loro storia di amore serenamente solo perché nativi di paesi diversi. La loro relazione inizia due anni fa, all’inizio mantenuta segreta e solo quest’anno portata alla luce. Ad ostacolare il loro rapporto sono i genitori di lei, di origini marocchine, che non accettano una possibile relazione della loro figlia con un ragazzo italiano. Da quando hanno scoperto questo fidanzamento, la ragazza è stata rinchiusa in casa dai proprio genitori e dal fratello, minacciata, ma, cosa molto più grave, abusata sessualmente dalla propria famiglia per constatarne la purezza.
Come può un genitore uccidere psicologicamente a tal punto una figlia solo per un pregiudizio? Per quale motivo questa famiglia non accetta la relazione con il ragazzo italiano?
Sono domande che tutti coloro che conoscono la storia si pongono, ma è difficile trovare una risposta vera e propria. Alla base c’è sempre il pregiudizio secondo cui una ragazza marocchina non potrebbe mai frequentare un ragazzo italiano. Il destino della giovane, infatti, dovrebbe essere quello di sposare un uomo dalle sue stesse origini.
Così Anna è fuggita via, ma prima di arrivare dal suo amato Andrea è stata raggiunta dal fratello che intanto aveva scoperto le intenzioni della ragazza e che l’ha minacciata e l’ha picchiata, fermandosi solo quando sono intervenuti i carabinieri. Anna, dopo quello che è successo, ha deciso di denunciare i suoi parenti e tutto ciò che ha dovuto sopportare, finendo poi accolta in una casa-famiglia.
Pur di non sposare un uomo che non amava e di non vivere una vita infelice, ha deciso di scappare, di mettersi contro la sua famiglia. Ad oggi i due ragazzi si sentono solo telefonicamente, ma hanno intenzione di sposarsi appena sarà possibile, perché quando un sentimento è talmente forte, non potrà mai esserci nessun pregiudizio ad impedire l’amore.