Mario Draghi sarà il nuovo Presidente del Consiglio italiano. Nato nel 1947, si è laureato alla Sapienza e successivamente ha conseguito un master al Massachusetts Institute of Technology (MIT) di Boston. Nel corso della sua carriera Draghi ha rivestito vari ruoli, da direttore generale del Tesoro, passando per un breve periodo a Goldman Sachs, per arrivare poi a ricoprire il ruolo di governatore della Banca d’Italia, posizione che l’ha catapultato negli snodi internazionali del Financial Stability Board e che gli ha permesso di essere un membro del consiglio della Banca centrale europea (BCE).

Per molti è proprio Mario Draghi l’uomo che ha salvato l’Europa: nel 2011 ha visto infatti il consenso dei Paesi più preoccupati per le finanze pubbliche, Germania compresa, rendere più ferma la sua candidatura.

Il suo debutto è particolarmente ricordato per il ‘whatever it takes’ («a qualsiasi costo»), tre parole, in grado di fermare i mercati e di fare da scudo ai Paesi in tensione per l’andamento dei tassi sui titoli di Stato. Parole alle quali sono seguiti poi i fatti, in una precisissima gestione di termini e decisioni, che hanno raggiunto l’apice durante il quantitative easing: l’impegno comune della BCE e delle banche centrali dei diversi Paesi europei a sostenere i loro titoli sul mercato.

Quando aveva lasciato la BCE alla guida di Christine Lagarde, alle domande sul suo futuro aveva scherzosamente risposto con un «Chiedete a mia moglie», ma è impossibile non immaginarlo in un ruolo di una certa rilevanza. Prima ancora dell’attuale (ed ennesima) crisi politica, infatti, c’era chi vedeva in lui il possibile successore di Mattarella alla Presidenza della Repubblica, poiché l’attuale Capo di Stato ha già fatto sapere di non pensare ad un nuovo settennato.

Molto defilato rispetto alla politica, Supermario (questo il suo soprannome) ha la capacità di esprimere la sua opinione mantenendo comunque un grande equilibrio. «Ci troviamo di fronte a una guerra contro il coronavirus e dobbiamo muoverci di conseguenza», queste le sue parole in un intervento pubblicato sul Financial Times, che hanno rotto il silenzio dopo l’uscita dalla BCE. Ha poi aggiunto «Il costo dell’esitazione potrebbe essere irreversibile», parole che appaiono in piena sintonia con l’urgenza e i timori espressi da Mattarella nel suo discorso di qualche giorno fa.