“La mascolinità è il complesso delle caratteristiche fisiche e psichiche ritenute proprie dell’uomo”. Molto spesso quando si sente parlare di “mascolinità”, la si associa inconsapevolmente alla sua accezione tossica. Bisogna dire, invece, che molti tratti della mascolinità non sono necessariamente negativi, come voler occuparsi della propria famiglia oppure essere galante. La mascolinità diviene un problema quando e se diventa tossica, diffondendo una prospettiva sbagliata dell’essere un “vero uomo”, costretto a comportarsi in un determinato modo, sopprimendo sentimenti ed emozioni senza lasciar trasparire alcun tratto tipicamente femminile, poiché sinonimo di debolezza. Anche la salute mentale rientra nella sfera della debolezza: gli uomini con una mascolinità tossica, infatti, vedono l’avere un “mental illness” come un sinonimo di fragilità, che va a minare l’immagine dell’uomo perfetto, dentro e fuori. In psicologia si parla di questo tipo di mascolinità come lesiva non solo per la società, ma anche per l’uomo stesso, che si vede negata la possibilità di esplorare cosa significa essere maschi.

Un’altra conseguenza della mascolinità tossica riguarda l’orientamento sessuale, in quanto comporta una “omofobia interiorizzata”, che consiste nel negare il proprio orientamento. In effetti, alla base dell’omofobia e della mascolinità tossica è presente l’eterosessismo, che costringe l’uomo a essere nient’altro che eterosessuale. Negli ultimi anni, siccome si sta parlando sempre più di questo argomento, molte celebrità grazie alla loro popolarità stanno combattendo per estirpare lo stereotipo imposto da questo tipo di mascolinità. Primo fra tutti, il cantante e attore Harry Styles, il quale afferma : “Ogni volta che alzi delle barriere nella tua vita, stai solamente limitando te stesso”; oppure ancora: “Se non indossi qualcosa perché è abbigliamento femminile chiudi fuori un intero mondo di abiti fantastici”. Grazie a questa presa di posizione della star, molti ragazzi hanno trovato il coraggio di rompere i canoni imposti dalla società, che decide cosa è da uomo e cosa non lo è. Anche altre star si stanno battendo per questa causa, come Tom Holland, Conan Grey, Ezra Miller, Troye Sivan, Timothèe Chalamet, Luke Hemmings,Yungblud; mentre in Italia possiamo trovare Achille Lauro, i Maneskin, Fedez, Mahmood e Ghali. In conclusione, nonostante le conseguenze della mascolinità tossica dilaghino ancora in ogni parte del mondo, la società odierna sembra quasi pronta per un’apertura in questo senso, che permetta agli uomini del domani di capire che non c’è un solo modo di “essere uomini”.

Tullia Lorenzo, Valeria Posticcio

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