Uno dei problemi che attanaglia la comunità odierna è senza dubbio lo smaltimento dei rifiuti, che rappresenta un pericolo imminente per l’ecosistema globale e per la salute degli uomini. Da tempo, infatti, si cerca di arginare il problema con soluzioni provvisorie senza mai giungere ad un definitivo miglioramento.  Alla base di questa drammatica situazione vi è il fatto che la vita umana è governata dal consumismo e da una produzione sfrenata rispetto all’effettivo utilizzo dei prodotti,  in particolare, dei paesi occidentali. Il problema ad oggi persiste in modo del tutto indipendente nel nostro paese: l’Italia, infatti, tenta di rendere marginale questa piaga rispetto alle innumerevoli problematiche che l’affliggono. L’emergenza non  viene affrontata dalla nostra classe dirigente, sopratutto perché smaltire i rifiuti richiede un’attenzione e un dispendio economico ingente. Una soluzione minima fu adottata con l’utilizzo delle discariche, che però, col tempo, abbandonate e non controllate, sono diventate la prime a procurare l’inquinamento del suolo e delle acque oltre che l’emissione di sostanze tossiche. Oltre, infatti, alle esalazioni di queste sostanze che “sporcano” l’aria, dobbiamo aggiungere il problema dei rifiuti speciali, che prodotti dalle fabbriche e dalle industrie, emettono sostanze altamente tossiche che richiedono tecniche speciali e costose per il loro smaltimento.

La situazione della Campania è un esempio lampante che ormai  questo problema deve essere affrontato e non più arginato. Questa regione che un tempo rappresentava il cuore pulsante del Mediterraneo, è diventata negli anni tristemente nota per le sue province Napoli e Caserta, in cui il degrado e la criminalità organizzata regnano sovrane. La situazione con il tempo è leggermente migliorata, anche se queste regioni risentono della presenza della “mano nera” che forse le ha condannate per sempre. Dopo le recenti ammissioni di uno dei pentiti, è stata portata alla luce la reale situazione della nostra terra, che viene tristemente ricordata come “Terra dei fuochi”, caratterizzata dalla presenza di sostanze altamente dannose e tossiche che inquinano le falde acquifere, gli ortaggi e portano ad un drammatico aumento della mortalità e delle malattie. Le istituzioni, spesso colluse con la criminalità organizzata, hanno tentato per anni di insabbiare questa drammatica situazione, evitando così doverose bonifiche, rispettando patti consolidati nel tempo tra esponenti politici, criminalità e associazioni segrete, come la massoneria; tutto per favorire lo sviluppo dei loro guadagni.

Questa continua volontà di mettere al primo posto il guadagno e l’interesse personale si sono letteralmente riversate anche nei nostri corsi d’acqua. Infatti, chi è che non conosce il fiume Sarno e la sua storia? Chi non conosce il fiume più inquinato d’Europa? Ebbene ecco, ancora una volta ci aggiudichiamo questo infelice primato. Un tempo questo era uno fiume pescoso e navigabile, oggi invece, a causa della sua vicinanza con le fabbriche, che hanno portato all’estinzione delle fauna e all’aumento delle tossicità delle sue acque, non è più come una volta. Fortunatamente, però, ci sono persone che al posto di continue parole e promesse mai mantenute hanno preferito i fatti, fondando associazioni che si occupano definitivamente di questa problematica con lo scopo di attirare l’attenzione di coloro che per primi avrebbero dovuto cercare di contrastarla. Rifiuti zero è un movimento civico, promosso in Italia da Rossano Ercolini, vincitore del Golden Enviroment Prize nel 2013. Ercolini è responsabile del progetto “passi concreti verso rifiuti zero“, nonché direttore del centro di ricerca di “rifiuti zero” del quale si occupa da 34 anni. È sempre stato attivo nelle associazioni comunali ed è stato anche presidente dell’associazione “diritto al futuro”. Rifiuti zero parte da una strategia di gestione dei rifiuti: tutto basato sul riciclaggio e sull’utilizzo di materiali secondari per evitare di utilizzare quelli primari o quelli con risorse scarse. I materiali “in estinzione” sono completamente aboliti dal progetto.  Tutti i progetti che rifiuti zero mette in campo nella maggior parte delle regioni italiane sono sintetizzati nel libro scritto dal Ercolini che prende proprio il nome dell’associazione e si propone di spiegare i dieci passi con i quali il nostro paese può affacciarsi in maniera positiva verso l’ecologia.

Ercolini ha pubblicato il suo libro nel 2018 e lo ha presentato nella nostra scuola, il Liceo Pitagora- B.Croce, il 6 marzo 2021, facendo comprendere a tutti noi alunni l’importanza che i giovani hanno in questo progetto.

Questo processo verso la sostenibilità viene definito da Ercolini come una rivoluzione silenziosa che secondo lui è già in atto: infatti, egli crede che l’Italia e tutti i paesi che hanno aderito a questo movimento stiano procedendo verso un mondo più pulito, il cui futuro è sicuramente nelle nostre mani. Ovviamente, Ercolini rappresenta l’associazione Rifiuti zero in Italia, ma tanti altri personaggi si sono fatti promotori  di questa associazione nel mondo, come Paul Connet, professore della Lawrence University. Al fianco di Rifiuti zero, però, oggi si pone anche l’ONU, che ha introdotto 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile da raggiungere entro il 2030: l’Organizzazione delle Nazioni Unite ha creato, infatti, questa sorta di agenda, all’interno della quale ad obiettivi più generici quali sconfiggere la povertà e migliorare l’istruzione si affiancano anche obiettivi mirati allo sviluppo sostenibile, come l’acqua pulita, i servizi igienico-sanitari, l’energia pulita e accessibile, la creazione di città e comunità sostenibili, il consumo e la produzione responsabile, la lotta contro il cambiamento climatico, favorire la vita sott’acqua e la vita sulla terra.

Sarà difficile in soli nove anni poter ottenere questi obiettivi dell’ONU, ma sicuramente raggiungerli sarà vantaggioso per noi e per le generazioni future: se non cambiamo il mondo adesso il decadimento sarà irreversibile.

Stefania Matrone, Angela Russo, IV B classico