Nel canto II della Divina Commedia, Dante ci presenta la seconda delle due guide che lo accompagneranno nel suo viaggio ultraterreno: Beatrice (donna beata e bella). La sua figura la si conosce già dalle opere precedenti del poeta e ,in particolare, dalla Vita Nuova dove Beatrice conserva sempre la sua individualità storica, ma è, al tempo stesso, “figura” di Cristo e, come tale, incarna la rivelazione divina. Tale rivelazione è, tuttavia, riservata esclusivamente a Dante, e solo nella Divina Commedia potrà estendersi all’intera umanità. La donna amata da Dante, divenuta l’ispiratrice della sua poesia è, nella Divina Commedia, maestra di verità, il tramite che permette a Dante e all’ umanità di arrivare al Paradiso e alla contemplazione di Dio. L’incontro diretto nella Divina Commedia del poeta con la donna amata avverrà sulla vetta del Purgatorio, dopodiché Beatrice sarà la guida divina nel Paradiso, intesa più come madre che come amante. Dante, infatti, si riferisce a lei col termine ‘donna’, carico di significati stilnovisti, e Beatrice avrà spesso nei confronti del poeta un atteggiamento severo e rigido.