I dannati dell’Inferno sono interamente assorbiti nella dimensione del proprio peccato, bloccati in quell’unico sentimento e in quell’unica disposizione psicologica. Tenendo conto dell’atteggiamento dei dannati, i peccati sono suddivisi in due ordini: incontinenza (eccesso di amore) e malizia (amore falso). A sua volta la malizia è suddivisa in due generi: violenza e frode. I peccati sono distribuiti secondo un criterio gerarchico, dal più lieve al più grave. Nell’Inferno risuonano continuamente le voci dei dannati sofferenti, che per Dante non sono per niente rassicuranti. Fra loro, ci sono figure importanti per la sua vita e la sua formazione, che gli sarà costato caro mettere all’Inferno. Ma in fondo la prima e la fondamentale delle pene infernali è la sostanziale ed eterna separazione da Dio. Il dannato può capire di aver perso definitivamente la possibilità di stare nella gloria dei santi, ma è così attaccato al proprio peccato da non potersene liberare. La punizione segue la norma del contrappasso che consiste in una corrispondenza (per analogia o per contrappasso) tra pena e colpa. Per questo le anime dei dannati vivono in una condizione di colpevolezza svelata nella punizione.