Non avremmo mai pensato di dover raccontare ancora dopo un anno quello che stiamo vivendo. È come se il tempo non fosse mai trascorso, ogni giornata è uguale a quella precedente, siamo rinchiusi all’interno di una “bolla”, senza la possibilità di fare nuove esperienze e di decidere della nostra vita. In particolare, noi ragazzi del Sud ci troviamo in una condizione totalmente differente rispetto all’anno scorso, quando l’emergenza sanitaria non ci riguardava ancora del tutto. Non avevamo compreso quanto potesse aggravarsi tutto ciò che stava accadendo, credevamo di aver già toccato il fondo e di non poter vedere di peggio. Per noi l’emergenza era lontana, consideravamo soltanto dati e numeri, trasmessi in televisione e diffusi sui social, relativi ad altre regioni italiane, maggiormente colpite dalla pandemia. Se prima tutto ciò che facevamo era condizionato dalla paura per qualcosa che non conoscevamo, adesso siamo terrorizzati perché quelli che in un primo momento erano soltanto numeri, ora sono persone a noi care, conoscenti, amici, che si ritrovano a combattere contro un nemico imprevedibile.

Dopo molti mesi, questa condizione di monotonia e di ansia provoca in noi ragazzi sensazioni perlopiù negative. Ormai abbiamo perso la motivazione, siamo rassegnati e non riusciamo a guardare con fiducia al nostro futuro. Ci stiamo spegnendo dentro, abbandonati alla pigrizia e costretti a trascorrere le giornate davanti a uno schermo, dato che le restrizioni ci vietano anche un minimo contatto. Abbiamo perso tutte le certezze, non riusciamo a fare piani o progetti di qualunque genere, perché non conosciamo quello che ci aspetta. Non ci è permesso di liberarci dalle tensioni, non abbiamo una valvola di sfogo, che sia essa uno sport, un hobby o qualsiasi passione da coltivare. L’unico modo che abbiamo per distrarre la mente è focalizzarci sullo studio: anche se noi studenti in questo periodo potremmo rendere di più e ottenere risultati migliori, allo stesso tempo è difficile impegnarci, forse proprio perché siamo costretti a occupare le nostre giornate soltanto con la scuola. Anche nella convivenza in casa con gli altri componenti delle nostre famiglie, è venuto meno il calore che avevamo riscoperto durante il primo lockdown: avevamo imparato a trascorrere più tempo insieme, trovando varie alternative per divertirci e per sentirci più uniti. Adesso, anche da questo punto di vista, la situazione è cambiata in peggio: siamo spesso nervosi e ci scontriamo, anche per motivi apparentemente futili. E il fatto di non sentirci compresi, innanzitutto dai genitori, ci porta a chiuderci ancora di più in noi stessi e a rifugiarci nei social, pur di avere dei contatti con persone della nostra età.

Ma quest’ anno sospeso, oltre a tutte le conseguenze negative, ci ha lasciato anche insegnamenti importanti, sia a livello pratico che umano, permettendoci di acquisire una mentalità diversa e di considerare la realtà da una nuova prospettiva.  Adesso ci siamo abituati a comportarci con prudenza e a rispettare tutte le regole. Dal punto di vista psicologico, invece, abbiamo imparato a valorizzare tutto ciò che prima davamo per scontato e a vivere appieno ogni esperienza, rendendola unica e indimenticabile.

Cosa ci aspettiamo per i prossimi mesi? Sicuramente, frustrati e privi di motivazione, noi giovani avvertiamo una grande incertezza, proprio perché ciò che accade non dipende solo dalle nostre azioni. Siamo impazienti di ritornare a vivere una vita serena, fatta di tante piccole cose che adesso ci mancano e che desideriamo recuperare gradualmente. Ci sostiene la fiducia nella scienza che ci permette di credere che prima o poi l’emergenza finirà. Per questo guardiamo con fiducia ai paesi, come la Gran Bretagna o Israele, che grazie alla somministrazione dei vaccini stanno raggiungendo risultati via via migliori a livello epidemiologico.

Nonostante tutto, perciò, noi ragazzi dobbiamo essere forti e determinati, per dare coraggio anche a chi è più fragile.

 

L’articolo nasce da un sondaggio che abbiamo condotto sulla pagina Instagram de “Lo Strappo”, costituito da quattro domande a risposta multipla e una a risposta aperta.

  1. In questo periodo ti senti compreso dagli adulti? 77% NO 23% Sì
  2. Quest’anno di pandemia ti ha insegnato qualcosa? 79% Sì 21% No

Se sì, cosa?

RISPOSTE:

  • Ho imparato a godermi sempre ogni momento e a non sprecare più nemmeno un giorno.
  • Ho imparato a essere responsabile e a contare solo su me stesso.
  • Ho imparato che è necessario esprimere i propri sentimenti più spesso e che confrontarsi con gli altri riempie molti vuoti.
  1. Sei fiducioso per il futuro? 52% Sì 48%No
  2. Pensi che la situazione possa migliorare nei prossimi mesi? 51% Sì 49%No