Al 4 aprile su 35.000.000 di dosi AstraZeneca somministrate nel database della farmacovigilanza europea sono stati segnalati 222 casi tra trombosi cerebrale e addominale. Ad oggi per 86 casi, di cui 18 fatali, è stato possibile dimostrare la correlazione con il vaccino. Per stabilire quanto sia elevato il rischio sulla popolazione generale, EMA ha confrontato i dati del prima e del dopo per fascia di età e per genere, utilizzando le banche dati di Italia, Spagna, Germania, Danimarca, Regno Unito. Si è scoperto che in Italia nel 2020 le donne che sono state colpite da questa rara forma di trombosi sono una ogni 100.000 fino a 19 anni, dai 20 ai 39 sono tre ogni 100.000, dai 40 ai 49 sono quattro ogni 100.000, dai 50 in su una su 100.000. Per quel che riguarda gli uomini, invece, dai 50 ai 59 è colpito uno ogni 100.000; dai 60 in su uno o due ogni 100.000. Pertanto per i vaccinati con AstraZeneca questi casi sono aumentati di 1 su 100.000, ma si tratta prevalentemente di donne, sotto i 50 anni. Per Pfizer e Moderna per ora questo problema non si pone.

Tuttavia non ci sono vaccini per tutti, mentre il tasso di letalità per COVID in Europa a fine marzo 2021 resta molto alto. Per questo il rapporto rischi-benefici è considerato ragionevole e poi tutti i vaccini che sono stati approvati dall’Ue possono ridurre la mortalità del 80% e anche l’ospedalizzazione; e l’ospedalizzazione grava su tutte le fasce di età.
Prima di mettere in commercio un vaccino vengono raccolti dati in grado di dimostrarne efficacia e sicurezza. Normalmente vengono reclutati 3000 mila individui. Con il COVID siccome c’era fretta ne sono stati reclutati 40.000 e si realizzata la più grande campagna di vaccinazione di massa con il più alto livello di sorveglianza. Sono bastati 6 casi letali su 7.000.000 di vaccinazioni e Johnson & Johnson ha subito sospeso. Ciò detto, non esiste al mondo un vaccino che dia una copertura al cento per cento o sicurezza al cento per cento; ad esempio uno degli effetti avversi del vaccino contro la parotite, morbillo e rosolia è una forte diminuzione dei trombociti; colpisce un bambino ogni 30.000, l’infezione naturale di rosolia un bambino ogni 3000, di morbillo 1 ogni 6000.
Fino a 12 anni fa l’Europa era autonoma nella produzione, ma una campagna di diffidenza ha spinto a disinvestire; così oggi bussiamo alle porte altrui e l’Europa è ferma ai blocchi di partenza. La campagna di diffidenza è iniziata con la l’influenza suina, 12 anni fa. Si temeva che questa epidemia evolvesse in una pandemia, però fortunatamente i numeri sono rimasti contenuti rispetto a quello che si prospettava e ogni paese ha acquistato per conto suo, spendendo miliardi. Quando il timore della pandemia è scomparso, sono sorte le campagne no-vax, generate dalla diffidenza. Fino a quel momento si era sempre investito molto nella ricerca: le case farmaceutiche erano assai attive nella sperimentazione, anche di nuovi vaccini.
Bisogna continuare a fare ricerca, anche perché forse non ci sarebbe questa campagna vaccinale in corso se la piccola e innovatrice BioNTech non avesse scoperto il vaccino a RNA, impiegato da Pfizer. Tutti gli studi hanno dimostrato che di fronte ad un mondo sempre più interconnesso saranno in arrivo nuovi e terribili virus, purtroppo. Parallelamente, quindi, devono proseguire le ricerche per tutelarci, per difenderci da tutto questo, ben sapendo, però, che in un mondo malato è difficile avere corpi sani. Il mondo malato non si cura con i vaccini ed è urgentissimo prenderci cura del mondo in cui viviamo.