Fin dall’antichità, l’uomo ha avuto la necessità di ricreare la realtà attraverso il disegno.

L’arte rappresenta una forma di espressione. Tramite l’arte si può rappresentare un’emozione, una condizione interiore, ma anche il periodo storico, proprio perché è principalmente il contesto ad influenzare le rappresentazioni artistiche di ogni tipo.

Nell’arte ci sono migliaia di rappresentazioni che mostrano la capacità dell’uomo di astrarre e di rappresentare le proprie emozioni e il proprio modo di vivere attraverso il disegno.

Basti pensare alle rappresentazioni primitive nelle grotte di Lascaux: erano rappresentate scene di caccia e di vita quotidiana, spesso a fine propiziatorio. Già in quell’epoca così remota, quindi,  si attribuiva al disegno un’importanza e un significato che andava al di là dell’interpretazione letterale.

Nell’arte egizia le rappresentazioni e la scrittura stessa da loro utilizzata, i geroglifici, si caricavano di valori simbolici. Infatti, ogni segno aveva un significato preciso.

L’arte egizia è un tipo di arte gerarchica, in quanto la grandezza delle figure era determinata dall’importanza del personaggio rappresentato. Non a caso, infatti, il faraone era sempre la figura di maggiore dimensione.

Nell’arte dell’antica Grecia, si ricordano, invece, le rappresentazioni nei templi a funzione apotropaica, ovvero con l’intento di scacciare gli spiriti maligni. L’esempio più celebre è la rappresentazione della Gorgone, Medusa, nel frontone del tempio di Artemide a Corfù.

Nell’arte gotica, invece, abbiamo, come punto fondamentale, la verticalità. Ciò non aveva solo un fine estetico, ma ricopriva un valore simbolico molto importante:  era rappresentazione, infatti, della volontà dell’uomo di elevare la propria anima a Dio; inoltre, era rappresentazione di potere, dato appunto dall’imponenza di un edificio che si ergeva nella città e diventava punto di riferimento.

Ogni tipo di arte in ogni momento storico era incentrata nel rappresentare “altro”. Il più celebre esempio può essere “La notte stellata” di Vincent Van Gogh. Quest’ultimo non andò a rappresentare ciò che aveva visto realmente, ma così come la sua anima aveva percepito quelle stelle nel cielo notturno: aveva rappresentato ciò che sentiva guardando il cielo.

Un altro esempio è l’arte astratta. In essa non si va a dipingere la realtà, ma qualcosa di irreale: a seconda di ciò che si sente, si scelgono colori, forme e linee che vanno poi ad assumere un proprio significato.

Pertanto l’arte, il disegno, non è solo ciò che vediamo esternamente, ovvero il disegno in sé, ma è molto di più.

La rappresentazione artistica, al giorno d’oggi, è incentrata sull’emozione e sull’interiorità dell’artista.

Disegnare significa vedere le cose in maniera diversa,  da vicino, fare attenzione ai particolari, vedere le cose da diversi punti di vista, riuscire  nella rappresentazione dell’interiorità senza fermarsi all’apparenza.

Attraverso il disegno si può esprimere la propria interiorità, si rappresentano gli stati d’animo della persona.

Disegnare è liberatorio, poiché  libera, anche inconsapevolmente, ciò che si ha dentro. Talvolta le persone non riescono a dire né a scrivere ciò che sentono, in particolar modo se l’emozione è negativa. In queste occasioni, quindi, può essere molto utile l’utilizzo del linguaggio artistico come mezzo per esprimere ciò che si sente.

L’emozione si legge a partire dal tema del disegno, ma anche dai colori e dallo spessore della linea si può capire qual è l’emozione che il disegnatore vuole trasmettere.

Inoltre, tramite l’arte e il disegno si rappresenta la propria personalità: in ogni disegno il disegnatore esterna la sua esperienza, la sua percezione della realtà, le emozioni che sente nel momento in cui va a rappresentare qualcosa e anche il periodo storico, che influisce in ogni tempo sulla rappresentazione. In   ogni disegno si lascia un pezzo di sé.