Nel 2006, a Toronto, l’imprenditore canadese Allen Lau inventò l’ormai tanto diffusa applicazione “wattpad”. Questa è una delle app più istruttive create negli ultimi anni, in quanto permette a chiunque di scrivere una propria storia, inserendo, se lo si desidera, video, foto o gif.  Ovviamente wattpad può essere usata dagli utenti anche come un semplice libro digitale disponibile per la lettura, in modalità on e offline.
Spesso è stata sottovalutata, ma in realtà tramite questa app molti utenti sono riusciti a diventare scrittori affermati. Un esempio è il caso di Anna Todd con la sua serie After che, dopo il grande successo sulla piattaforma digitale, ha avuto la possibilità di pubblicare in formato cartaceo il suo lavoro, dal quale successivamente sono stati tratti addirittura dei film.
Wattpad, quindi, aiuta molti ragazzi a scoprire la passione per la lettura e la scrittura, invogliandoli a mettere nero su bianco le proprie idee in tutta tranquillità, dato che i più timidi potrebbero caricare i loro libri digitali usando un nickname di fantasia. Una delle caratteristiche più importanti è la possibilità di commentare, mano a mano che si legge, anche un rigo particolare, avviando una conversazione non solo con l’autore ma anche con gli altri utenti.

A parer mio questa è una delle app più utili che siano state mai inventate, con una  varietà di temi davvero strabiliante: da fanfiction ispirate a persone famose, personaggi di film, libri, cartoni e serie tv, fino ad arrivare a discutere di argomenti taboo senza alcun tipo di censura. Tra tante app poco utili e mediocri, Wattpad è una fra le poche che intrattiene in modo istruttivo il pubblico e lo aiuta a tenere sempre la mente attiva.

Troppo spesso si pensa che i libri contemporanei siano vuoti e senza alcuna novità, specialmente se scritti da ragazzi. In realtà la maggior parte di questi libri digitali sono a dir poco stupendi, con trame e personaggi ben costruiti e intriganti. Wattpad permette quindi a noi giovani di riscattarci su questo fronte,  dimostrando agli adulti che le app che usiamo non servono solo a postare foto o a spiare le vite altrui, ma anche a stimolare la creatività nostra e degli altri.

 

Martina Carbone IIIAC