Un discorso senza peli sulla lingua quello di Federico Lucia (in arte, Fedez) dal palco del Primo Maggio, trasmesso in diretta su Rai 3. Il rapper ha attaccato a viso aperto la Lega sul ddl Zan, la legge contro l’omotransfobia che, dopo settimane di polemiche, è stata, finalmente, calendarizzata in senato, nella giornata del 28 aprile 2021. Fedez accusa i vertici della Rai di aver provato a censurare il suo discorso: “E’ la prima volta che mi succede di dover inviare il testo di un mio intervento perché venga sottoposto ad approvazione politica, approvazione che purtroppo non c’è stata in prima battuta o meglio, i vertici di Raitre mi hanno chiesto di omettere dei partiti e dei nomi e di edulcorare il contenuto”. Lontano dai mezzi termini, Fedez denuncia le affermazioni di alcuni esponenti o candidati del Carroccio: “Se avessi un figlio gay lo brucerei nel forno”; “Gay: vittime di aberrazioni della natura”; “I gay sono una sciagura per la riproduzione”; “Il matrimonio gay porta all’estinzione della razza”. È, forse, ammissibile che oggigiorno, tempo in cui il termine “evoluzione globale” va spopolando ovunque, sia ancora necessario ascoltare affermazioni del genere? È indubbia la stima ed il rispetto che Fedez ha dimostrato di avere, non con le parole, quanto piuttosto con i fatti veri e propri, muovendosi, in primis, contro l’omofobia. La più comune forma di manifestazione della “fobia” risultano essere la violenza fisica e quella verbale, per l’appunto denunciate dal rapper. Ovviamente, però, le forme di violenza non si fermano lì: c’è una forma di “fobia” più infida e subdola, quella fatta di termini e di supposizioni, con i quali, frequentemente e implicitamente, si tende a criticare l’orientamento sessuale dell’altro, associandolo a momenti di confusione e disordine interiore. L’utilizzo dell’indagine riguardo la vita “passata” della persona in questione risulta un’ulteriore accusa.

Si tratta di piccoli particolari, all’apparenza innocui ed innocenti, ma in grado di ferire amaramente soprattutto chi, in quel momento, si sta sta dedicando alla scoperta di sé, attraverso un processo lungo e difficile. La gente spesso non sa soppesare le proprie parole e il fatto che i gay, le lesbiche e i trans vengono visti ancora da una fetta di popolazione come persone strane e diverse comporta, nei soggetti coinvolti, una sensazione di diversità e di timore che impedisce loro di vivere a pieno la propria vita. È, dunque, inevitabile la paura di tenersi per mano fra le strade e di baciarsi; si ha paura anche di una semplice carezza, nonostante il lungo percorso intrapreso per l’accettazione personale, che, purtroppo non è in grado di garantire la comprensione altrui. Ed ecco che Fedez, a gran voce, non ha temuto di riportare nomi e cognomi di chi si è scagliato contro una parte della popolazione, che, indipendentemente dal proprio orientamento sensuale, rimane prima di tutto, parte dell’umanità. Personalmente, ritengo che la verità urlata da Fedez possa in qualche modo contribuire alla sensibilizzazione per chi è, a buon diritto, “diverso”.