L’addio degli studenti
Ieri abbiamo appreso la triste notizia della scomparsa del nostro stimato e amato dirigente, una persona con cui la mia classe aveva un rapporto davvero speciale e indimenticabile. Oggi abbiamo deciso di scrivere questa lettera per ricordare lui e i momenti trascorsi insieme.
Come Lei sa molto bene, dopo due anni di pandemia la nostra vita non è più stata la stessa. Molti di noi hanno dovuto fare i conti con i propri demoni interiori, una lotta silenziosa che ci ha tramortiti più di quanto ci aspettassimo. Così lo stress, l’ansia e la paura sono diventati parti integranti delle giornate, condizionando anche il nostro modo di stare a scuola. Tuttavia, in un mondo in cui pochi riescono a comprendere le tue sofferenze, c’è stata una persona che ci ha guardati negli occhi e ha scorto tutto il nostro dolore: il preside Benito Capossela.
Perché il nostro dirigente era fatto così. Si rendeva conto dei nostri problemi e, anche se a volte non era d’accordo con le nostre idee, faceva una cosa che pochi adulti sono capaci di fare: ci ascoltava.
Benito Capossela ha dato tutto se stesso per questo Liceo, fino alla fine, perché sapeva che l’istituto non è fatto di muri e banchi, ma di PERSONE. Persone a cui voleva bene e che desiderava trovassero un rifugio nella sua scuola. Ed è proprio in memoria di questo impegno che noi, anche se abbiamo perso la colonna portante dell’istituto, non crolleremo e ci porteremo dietro l’ultimo insegnamento che il preside ci ha lasciato: volgere uno sguardo verso il prossimo e tendergli una mano.
È quindi con l’amaro nel cuore e con la tristezza negli occhi che mandiamo al nostro dirigente non un addio ma un arrivederci, perché chi ti ha fatto del bene non se ne va mai veramente.
Ci ricorderemo sempre di Lei, del Suo temperamento e della tenacia con cui ha perseguito tutti gli obiettivi.
Sua per sempre
La 4A classico
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