Il 21 luglio 2022 Mario Draghi, ex-presidente del consiglio italiano, si è presentato in Quirinale per rassegnare le sue dimissioni, chieste in conseguenza della perdita della maggioranza in Parlamento. Difatti, durante il mese di giugno, il Movimento 5 Stelle ha deciso di non supportare più Mario Draghi e lo stesso è stato poi fatto dai deputati di Forza Italia e della Lega, che, quando si è votato per controllare la fiducia dei parlamentari nel premier, non si sono presentati in aula.

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, dopo questo avvenimento, non ha quindi potuto far altro che accettare le dimissioni di Draghi e indire nuove elezioni, per il 25 settembre. Da subito, quindi, è iniziata una concitata campagna elettorale che, nel corso dei mesi, ha visto la formazione di alcune coalizioni e alleanze. Andiamo ad osservarle e a valutare i loro programmi:

La coalizione di centro-destra

La coalizione di centro-destra, che è quella che si è formata quasi senza intoppi, è composta da Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, Lega di Matteo Salvini, Forza Italia di Silvio Berlusconi e Noi Moderati, un’alleanza che comprende tutti i più piccoli partiti del centro-destra: Udc, Coraggio Italia, Italia al centro e Noi con l’Italia. I membri della coalizione, pur essendo alleati, hanno deciso di presentarsi alle elezioni con quattro liste differenti, dunque in caso di vittoria sarà quello con la maggioranza dei voti a decidere chi diventerà Presidente del Consiglio.

Il programma di questa coalizione è costituito da 15 punti che comprendono: un avvicinamento dell’Italia all’Ue e alla NATO, la costruzione di nuove infrastrutture (tra cui il ponte sullo stretto di Messina), l’efficientamento della pubblica amministrazione, l’estensione della flat tax, la lotta alla criminalità organizzata e alla migrazione clandestina, la promozione del Made in Italy con l’introduzione, tra l’altro, di un liceo dedicato, lo sviluppo del settore primario, l’arrivo all’autosufficienza energetica, il contrasto ai cambiamenti climatici, una riforma scolastica e la promozione dello sport come strumento per uno stile di vita sano.

La coalizione di centro-sinistra

La coalizione di centro-sinistra, al contrario di quella di destra, ha avuto, durante la sua formazione, dei problemi di percorso. Originariamente, infatti, l’accordo sarebbe stato tentato tra il Partito Democratico di Enrico Letta e i due partiti +Europa e Azione. Quest’ultimo, però, ha deciso poi di staccarsi dalla coalizione, alla quale si sono invece aggregati Impegno Civico, Europa Verde, Sinistra Italiana e una serie di partiti minori. Tutti i partiti, ad eccezione dell’alleanza ora nominata, corrono alle elezioni con il proprio simbolo.

Il programma elettorale si divide in undici categorie: lavoro, fisco, giovani, diritti civili, pensioni, sociale, energia, ambiente, scuola, politica estera e riforme; per ciascuna categoria troviamo varie proposte, tra cui: introduzione di un salario minimo obbligatorio, parità salariale tra generi, contributo di 2000 euro l’anno per studenti o lavoratori di età inferiore ai 35 anni, promozione di un’agenda sui diritti civili, maggiore flessibilità per l’accesso alla pensione, la resa obbligatoria della scuola dell’infanzia, l’istallazione di rigassificatori, la creazione di un piano nazionale di adattamento al cambiamento climatico e una nuova legge elettorale.

Il “Terzo Polo”

Il “Terzo Polo” rappresenta una sorta di schieramento, a detta dei suoi membri, “centrale”, che cerca sostanzialmente di essere equidistante dallo schieramento di destra e da quello di sinistra. Esso è nato come proposta di Matteo Renzi, leader del partito Italia Viva, che vuole valorizzare l’immagine centrista di questa coalizione per, come detto da lui stesso in un’intervista del Corriere della Sera, «bloccare la Meloni […] e fermare gli estremisti». Renzi, da solo, puntava al 5% dei voti, ma dopo l’accordo stretto con Azione, di Carlo Calenda, che da parte sua ha lasciato l’alleanza di centro-sinistra, si stima l’arrivo almeno al 10% dei voti.

Questa coalizione, che si presenterà alle elezioni con una sola lista, ha come punti principali del programma: andare avanti con l’agenda Draghi, introdurre un salario minimo e rivedere il reddito di cittadinanza, diminuire le tasse, introdurre in Italia l’energia nucleare, alzare l’obbligo scolastico a 18 anni e introdurre l’elezione diretta del presidente del Consiglio.

Il Movimento 5 Stelle

Per queste elezioni, come successo anche per quelle precedenti, il Movimento 5 Stelle ha deciso di correre da solo, senza allearsi con alcun altro partito.

Il programma comprende in gran parte le proposte avanzate da quando per la prima volta salì al governo, con Giuseppe Conte premier, fino alla caduta del Governo Draghi. I punti principali sono: il mantenimento del reddito di cittadinanza, l’introduzione del salario minimo, il contrasto al precariato, l’aumento degli aiuti a famiglie e imprese, il sostegno alla transizione ecologica investendo sulle fonti rinnovabili, lo sblocco dei crediti del superbonus 110%, il ritorno della gestione diretta dello Stato sulla salute, un incremento degli investimenti nel settore idrico e l’istituzione di un “Energy recovery fund”.

Al momento, il partito favorito alle elezioni è Fratelli d’Italia che, secondo i sondaggi, riesce da solo ad arrivare a 25 punti percentuale, seguito poi dal Pd con 20; non ci resta ora che attendere il 25 settembre e scoprire chi guiderà la nostra Italia.