Nelle ultime settimane si è discusso molto dell’aggressione di un giovane runner da parte di un orso bruno femmina di 17 anni in Trentino.

Il tragico evento è avvenuto lo scorso 5 aprile in una zona boschiva alle pendici del monte Peller, intorno a Caldes, vicino Trento. Il jogger ventiseienne si chiamava Andrea Papi e stava tornando a casa dopo una corsa ma [Le fotografie della vittima e dell'aggressore messe a confronto]ttutina, quando si è imbattuto nell’orsa e nei suoi cuccioli. Nei giorni successivi all’aggressione, la polizia scientifica ha compiuto alcuni accertamenti genetici che hanno identificato come colpevole dell’uccisione dell’uomo l’orsa Jj4. Inoltre, la Provincia Autonoma di Trento aveva già segnalato l’animale per aver attaccato un padre e un figlio, senza provocarne la morte, nel giugno del 2022 nella stessa zona dell’aggressione al corridore.

L’orsa e i suoi cuccioli facevano parte di un progetto di ripopolamento delle foreste del Trentino avviato nel 1989, chiamato “Life Ursus”, per far fiorire una comunità di orsi bruni che fosse in grado di autosostenersi. Durante i 33 anni successivi, tuttavia, è stato scoperto che nel progetto erano presenti numerose falle, a partire dalla mancanza di misure che impedissero agli orsi di avvicinarsi ai centri urbani fino all’insufficienza di cartelli che ne segnalassero la presenza.

La cattura dell’orsa è avvenuta nella notte tra il 17 e il 18 Aprile nei pressi della foresta della Val Meledrio, poco lontano dal luogo dell’aggressione. Probabilmente rallentata dai suoi cuccioli, è stata attirata con della frutta in una trappola tubolare e trasferita presso il centro faunistico del Casteller a Trento. I cuccioli, invece, non vi sono stati condotti poiché, secondo quanto ha riferito la guardia forestale, sono capaci di sostenersi in modo autonomo.

È notizia di qualche giorno fa che il presidente della Regione autonoma del Trentino-Alto Adige Maurizio Fugatti ha firmato un’altra ordinanza per l’abbattimento di Jj4. Fugatti, infatti, aveva già inviato una prima richiesta che, però, il Tribunale Regionale di Giustizia amministrativa aveva sospeso dopo il ricorso presentato dalla Lega Anti Vivisezione.

La possibilità che l’orsa venga abbattuta è elevatissima, in quanto è considerata pericolosa per i cittadini. Tuttavia, tale possibilità ha scatenato l’indignazione e le polemiche degli ambientalisti e degli animalisti italiani.

Questo tragico caso solleva interrogativi sui diritti degli animali, le responsabilità umane e il ripopolamento delle specie in via di estinzione. Da un lato, in molti sostengono la decisione di abbattere l’orsa, nonostante questa non possa essere ritenuta responsabile diretta dell’atto, in quanto secondo la legge italiana ogni animale è oggetto di diritto. Pertanto l’unico responsabile giuridico dell’accaduto è l’ente o l’associazione affidataria. Al contrario, altri credono che sia stata effettivamente la negligenza umana a causare questo incidente, poiché non sono state messe in atto adeguate misure di sicurezza per prevenire vicende così tragiche. Non è chiaro cosa accadrà ora. Difatti, per una sentenza più esplicita si dovrà attendere l’11 maggio, giornata in cui il tribunale esaminerà il caso.