Quest’anno la ricorrenza dell’8 settembre segna l’80esimo anniversario dell’armistizio firmato nel 1943 e il conseguente inizio della Resistenza. Pochi giorni fa è stato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a ricordare il profondo significato di questa data: l’8 settembre 1943 fu l’ora del riscatto. Dei militari italiani che si batterono, a Porta San Paolo, a Roma, così come nelle isole del Mediterraneo, nei Balcani, pagando a caro prezzo la loro fedeltà alla Patria. Dei cittadini che avevano da tempo abbandonato ogni fiducia nei confronti degli stentorei e vacui proclami della dittatura di Mussolini. Si fece strada, nel Paese, la coscienza di un nuovo inizio. Da quel giorno partirà il percorso che, di lì a poco, porterà alla scelta della Resistenza all’invasore nazista e contro la reincarnazione del regime fascista che ne era al servizio. Le partigiane ed i partigiani ebbero un ruolo determinante nella lotta di Liberazione, da sud a nord migliaia di giovani senza esitazione si schierarono dalla parte giusta, a difesa della libertà e della democrazia contro la dittatura nazifascista. C’è bisogno di ricordare perché ancora oggi assistiamo a tentativi di mistificazione della storia, per quanto patetici, di nostalgici di vario genere.

“La data dell’8 settembre è simbolica e grazie ai simboli si mantiene viva la memoria. Ho pensato a giovani e adulti che hanno preso i loro zaini per una decisione importante: la libertà e l’incertezza da una parte o la guerra dall’altra – racconta Elvira Iaccino, referente di Libera Catanzaro –. Cosa c’erano negli zaini di quanti hanno scelto la libertà? C’erano le paure, ma anche la speranza di un mondo libero”. Importante il ruolo delle donne partigiane “come combattenti e staffette, violentate dall’invasore. Donne con voglia di riscatto e di parità, che lottavano contro il patriarcato. Se la libertà non è di tutti – ha concluso – allora non è di nessuno”.

“La nostra città ha ospitato un cognome manifesto della Resistenza, del riscatto di una Nazione, della sua dignità, della sua libertà – ha affermato Nunzio Belcaro, assessore comunale allo Sport e alla Pubblica Istruzione -. L’8 settembre è data dell’armistizio, dell’inizio del caos in Italia, ma anche dell’inizio di tutto ciò che oggi siamo, della nascita di un Paese libero”.

Riflettendo sul significato profondo della Resistenza, il segretario generale della Cgil Area vasta centrale, Enzo Scalese, rimarca due concetti fondamentali: “La partecipazione è democrazia”, e “L’Italia va unita e non divisa”, riprendendo le preoccupazioni sull’attuazione della riforma Calderoli sull’attuazione dell’Autonomia differenziata. “Quando si parla di autonomia differenziata e di presidenzialismo vuol dire che c’è un’altra intenzione e non ce lo possiamo consentire”. E proprio perché la Costituzione è nata dalla Resistenza deve essere attuata e va rispettata e applicata.