Il giorno 30 gennaio, presso il teatro Di Costanzo-Mattiello di Pompei, si è tenuto un incontro moderato dalla dottoressa Andreana Ambrosino, Presidente dell’ Associazione nazionale magistrati della sottosezione di Torre annunziata, volto alla sensibilizzazione dei giovani su temi come il disagio, la fragilità, la speranza e la giustizia. Protagonisti dell’incontro lo scrittore Daniele Mencarelli, autore del libro “Tutto chiede salvezza” e il dottore Gianluca Guida, direttore dell’Istituto Penale Minorile di Nisida, che hanno esortato i ragazzi a riflettere su importanti temi, quali la salvezza collettiva o individuale raggiungibile attraverso le relazioni umane.

Ad aprire l’incontro è stato Monsignor Tommaso Caputo, che ha elogiato Bartolo Longo, fondatore del teatro, che da 130 anni ospita rappresentazioni e convegni che promuovono valori come speranza e solidarietà verso i più deboli. A prendere la parola, poi, il magistrato Ambrosino che , citando il protagonista del romanzo di Mencarelli, ha fatto riflettere sull’importanza dell’empatia, della sofferenza e della diversità considerata troppo spesso pazzia. “La normalità ci fa sentire forti perché accettati, dunque non nasce  da bisogno personale. Il fallimento fa paura, ma serve poiché ci aiuta a crescere e ad affacciarci al mondo, quello vero, quello che ci aspetta. Ma che cos’è normalità, che cos’è follia?… Follia è non cedere mai, non smettete di fare domande ed  di essere curiosi”.

Lo scrittore Mencarelli, in seguito, riferendosi al suo libro, in parte autobiografico, ha esaminato come la follia sia stata spesso l’interpretazione del bisogno umano di rispondere a domande come “Chi sono? Perché esisto? Perché moriamo?”

L’autore afferma che la sua generazione non ha saputo trovare risposte adeguate, anzi, ha trovato rifugio nella medicina (TSO e in particolar modo nei manicomi), sebbene di patologico non ci fosse nulla.

Infine, il dottor Guida ha esposto la causa per la quale i giovani sono portati a violare le regole, come se avessero bisogno di testimoniare la loro presenza tramite atti trasgressivi; ha classificato questi atteggiamenti come atti di  “devianza”. Questo disagio interiore non può essere placato con punizioni e proibizioni in quanto  ciò che chiedono i giovani è semplicemente NON PENSARE. Per questo spesso si ricorre agli psicofarmaci, i più usati Rivotril e Lirica, come unico mezzo per assopire il tumulto dell’anima e per annichilire la mente.

Il dottor Guida ha citato due famose canzoni contemporanee, ossia “Farfalle” di San Giovanni e “5 gocce” di Irama, in cui entrambi i cantanti affermano di non provare più niente dentro e di voler restare da soli, al massimo con un po’ di Xanax. Queste canzoni non denunciano disagi propri solo di questi ultimi anni; ha citato anche  la canzone “Anna e Marco” di Lucio Dalla, che racconta la storia d’amore di due ragazzi, che, nonostante la loro visione pessimistica del futuro e le loro diversità, “Si guardano e si scambiano la pelle e cominciano a volare”. Purtroppo, il mondo in cui viviamo è un posto orrendo che mette alla prova ognuno di noi continuamente, ma può diventare meraviglioso “se giusto ai nostri occhi” come afferma la dottoressa Ambrosino. Inoltre, il titolo dell’incontro non a caso è “Alla ricerca della salvezza”, che sia interiore o esteriore, che sia individuale o collettiva non c’è differenza. La salvezza è unica e universale, ma per raggiungerla abbiamo bisogno di un aiuto, poiché “nessuno di salva da SOLO”. L’incontro si è concluso con alcune domande rivolte dai ragazzi provenienti da istituti di Poggiomarino, Torre Annunziata, Castellammare, Boscoreale, Sorrento e Meta.