Il Festival di Sanremo, vetrina della musica italiana e palcoscenico delle emozioni più disparate, ha visto quest’anno una controversia che ha acceso i riflettori su temi cruciali come la tolleranza, il rispetto e le sfumature sociali all’interno della società e del mondo della musica. Al centro di questa discussione si è trovato Geolier, giovane rapper napoletano, la cui partecipazione al Festival ha suscitato reazioni contrastanti, incluse esplicite manifestazioni di dissenso sotto forma di fischi durante la sua esibizione.

Geolier ha portato una ventata di freschezza e autenticità sul palco di Sanremo con il suo stile. Le sue liriche, intrise di tematiche sociali e personali, hanno offerto uno sguardo autentico sulla realtà delle periferie italiane, toccando corde emotive e stimolando una riflessione critica. Tuttavia, la sua presenza non è stata accolta con unanime entusiasmo e questo ha sollevato interrogativi profondi sulla percezione e l’accoglienza di esperienze e voci diverse nel contesto musicale italiano.

L’episodio dei fischi indirizzati a Geolier durante la sua esibizione rappresenta un punto di rottura che richiede un’analisi approfondita delle motivazioni e delle dinamiche sottese. Questi fischi potrebbero riflettere una mancanza di comprensione o di familiarità con il genere musicale rap e le sue tematiche, evidenziando una disconnessione tra alcuni settori del pubblico e le esperienze rappresentate da Geolier. Inoltre, potrebbero essere stati influenzati da pregiudizi sociali e stereotipi nei confronti delle persone provenienti dalle periferie o che hanno vissuto esperienze di disagio sociale, rivelando la persistenza di barriere culturali e socio-economiche da superare.

Dopo la premiazione nella fatidica serata delle “cover”, Geolier si esibisce nuovamente riproponendo i duetti.

Ed è proprio da questo momento che la platea inizia ad alzarsi per andare via dalla sala.

«È stato bruttissimo in realtà, io mi sono preparato un sacco, ho fatto di tutto per portare questi tre mostri, poi vincere e salire sul palco con le persone che fischiano, che se ne vanno, è stata l’esibizione più brutta della mia vita».

Proprio quando il pubblico ha iniziato ad alzarsi, il rapper Guè, con cui Geolier stava duettando, gli rivolge un gesto di pura fratellanza che ha commosso il web.

« Guarda me »

Guè lo ha così invitato a guardarlo negli occhi per non perdere la concentrazione e focalizzarsi solo sulla performance, dimenticando quello che stava accadendo in sala.

Tuttavia, è fondamentale guardare oltre la superficie degli eventi e promuovere un dialogo aperto e inclusivo che valorizzi e rispetti tutte le voci e le esperienze. Personalmente, ritengo che Geolier sia un talento autentico e coraggioso, il cui contributo al panorama musicale italiano è prezioso e significativo. La sua posizione sul podio in classifica rappresenta un trionfo per la diversità e la varietà all’interno della musica italiana, dimostrando il potere unificante della musica nel trasmettere emozioni e connettere persone al di là delle differenze superficiali.

Il dibattito sui fischi rivolti a Geolier a Sanremo ci offre l’opportunità di riflettere sulle dinamiche complesse della società contemporanea e di mettere in discussione i nostri pregiudizi e le nostre convinzioni. Accogliere artisti come Geolier significa abbracciare la complessità e la varietà delle esperienze umane, celebrando la diversità anziché temerla. Solo attraverso un impegno costante per la la comprensione reciproca e il rispetto delle differenze possiamo costruire una società più inclusiva e solidale, in cui ogni voce possa trovare spazio e riconoscimento.

Tutti dovrebbero essere rispettati per come sono e  per ciò che esprimono.