In una scuola media di Treviso, due studenti musulmani sono stati esentati dallo studio della Divina Commedia, scatenando un acceso dibattito. Un insegnante aveva chiesto alle famiglie il permesso di trattare l’opera di Dante Alighieri, vista la sua natura religiosa, in contrasto con la fede dei ragazzi. Dopo il rifiuto dei genitori, l’insegnante ha predisposto un programma alternativo incentrato su Giovanni Boccaccio.

La decisione ha suscitato molte critiche dalla politica, con il ministro dell’Istruzione che ha ordinato un’ispezione per chiarire i fatti. Molti politici hanno espresso disappunto, parlando di “cedimento culturale”.

Anche dalle opposizioni sono arrivate critiche, sottolineando che esentare gli studenti dallo studio di Dante è un errore e che conoscere opere fondamentali come la Divina Commedia è essenziale per una vera integrazione. Hanno ribadito il valore universale dell’opera di Dante e criticato sia l’esonero che le strumentalizzazioni politiche.

In questo contesto, è significativo ricordare che la Società Dante Alighieri, diffusa anche nei paesi islamici, rappresenta il nostro ambasciatore nel mondo, promuovendo il poeta universale, padre della nostra lingua e civiltà.

La vicenda di Treviso solleva una questione importante sull’integrazione culturale nelle scuole. Escludere opere fondamentali come la Divina Commedia per motivi religiosi rischia di privare gli studenti di una parte essenziale della nostra cultura. La scuola dovrebbe essere un luogo di inclusione, dove tutte le culture si incontrano e si arricchiscono reciprocamente.

La storia di Dante, accusato di islamofobia per aver collocato Maometto all’inferno, è stata recentemente discussa alle Nazioni Unite, dove un’ONG, Gherus92, ha chiesto l’abolizione della Divina Commedia per le sue frasi offensive verso l’Islam. Presto potrebbe accodarsi anche l’Europa, condannando Dante come islamofobo e anti-LGBTQ+.

Censurare la letteratura, specialmente in modo retroattivo, è sbagliato. Significa cancellare secoli di storia e grandi opere d’arte e pensiero. Se seguiamo questa logica, dovremmo censurare anche i libri sacri di tutte le religioni, incluso il Corano, che spesso sono in contrasto con le idee moderne. È importante che famiglie, insegnanti e istituzioni trovino soluzioni che rispettino tutte le sensibilità, senza rinunciare alla conoscenza della nostra storia letteraria.