The Ballad of the Witches’ Road: come mai ci piace così tanto?
Negli ultimi giorni è stata lanciata su Disney+ la nuova miniserie Marvel “Agatha All Along”, che tratta le vicende del personaggio di Agatha Harkness, precedentemente incontrato in Wandavision, mentre affronta le prove del Witches’ Road per recuperare i suoi poteri, persi alla fine di WandaVision. Durante il percorso, si scontra con vari ostacoli magici e nemici, tra cui potenti streghe che cercano di impedirle di riconquistare la sua magia. La serie esplora anche il legame di Agatha con l’oscuro libro del Darkhold e approfondisce il mondo della magia nel Marvel Cinematic Universe, mantenendo un mix di mistero, umorismo e colpi di scena soprannaturali.
Secondo la serie, arrivando alla fine de “La Strada”, ogni strega potrà richiedere e ricevere qualsiasi cosa desideri, ma per potervi accedere bisogna disporre di una congrega con la quale cantare la ballata che dà il via all’incantesimo. (The Ballad of the Witches’ Road).
Tale ballata sta spopolando sui social e ha quasi raggiunto i tre milioni di ascolti su Spotify in solo due settimane. Ma com’è possibile che una canzone Disney che parla di streghe ci piaccia così tanto? La risposta è semplice e anche un po’ banale: perché è in effetti un rito magico.
In effetti sin dall’antichità uno degli strumenti di “potere” più forti è sempre stato il canto unito a “formule magiche”: ogni nota e parola sono importanti, il ritmo, la melodia e le ripetizioni si combinano insieme per formare un vero e proprio incantesimo.
La musica ha sempre avuto un ruolo centrale in riti e pratiche magiche tanto che alcune religioni e culture (come quella egizia, greca, romana ecc…) hanno utilizzato queste pratiche musicali per potersi collegare al divino.
Nell’antica Roma ad esempio c’erano le nenie, canti funebri intonati per poter guidare i defunti nell’aldilà preservando quel legame tra il mondo terreno e quello spirituale che non deve mai essere spezzato.
Risale, invece, al pieno medioevo il malleus maleficarum, un manoscritto che illustrava il modo in cui le streghe usavano le melodie per lanciare incantesimi curativi o maledire.
Nel Rinascimento, infine, erano diffuse musiche per rituali esoterici che servivano ad influenzare gli elementi della natura.
Da un punto di vista scientifico, è stato provato che ritmi ripetitivi e melodie possono indurre ad uno stato di trance. Ad oggi è infatti diffusa in ospedali e centri di riabilitazione la musicoterapia, usata per il benessere fisico e mentale di un individuo, riducendo stress e aumentando la gestione del dolore fisico.
Per questo la “Ballata della Strada delle Streghe”, proprio come un incantesimo, ci ipnotizza usando “un linguaggio ancestrale”: musica e voce. La ballata non fa altro che replicare dinamiche e pratiche di cui l’umanità si è sempre servita nel corso dei secoli e che oggi tornano ad affascinare i suoi ascoltatori.
Antonio Cinquegrana
III A Linguistico
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