La crisi sanitaria che credevamo di aver superato si è purtroppo ripresentata e con essa sono ricomparsi gli stessi problemi economico-sociali dei mesi scorsi.  I primi a pagarne il prezzo sono stati i ristoratori e i baristi che si sono visti obbligati dallo stato ad abbassare le saracinesche a partire dalle ore diciotto. Ciò ha ovviamente svuotato le loro casse che già non erano chissà quanto piene. A causa della precedente quarantena, inoltre, molti cittadini sono stati licenziati o non hanno avuto il rinnovo del contratto; per non parlare poi dei lavoratori in nero che sono inesistenti agli occhi del Paese. Parliamo dunque di persone senza uno stipendio o comunque bisognose di aiuto.

Qualcuno viene sostenuto dai parenti o dalle associazioni di volontariato, ma ecco il punto: chi aiuta coloro che invece non possono appoggiarsi alla propria famiglia che forse è già in una difficile situazione economica? Chi arriverà dove non è giunto lo Stato? La criminalità organizzata. Essa infatti dispone di ciò di cui hanno bisogno le persone che non hanno lavorato e che non lavoreranno ancora: il denaro. La camorra utilizza i soldi per attirare le sue prede, per far abboccare il pesce all’amo. Vuole il favore della gente che ha perso, o sta perdendo, la fiducia nello Stato e per farlo paga. Presta ingenti somme a usura sospesa, aiuta le attività sul punto di chiudere ad andare avanti, ma qual è il trucco? Innanzitutto la sospensione degli interessi a strozzo è solo una tattica per avere la fiducia delle persone, dato che prima o poi i clan rivorranno indietro il denaro e il pagamento, ovviamente, ammonterà ad una cifra che supererà diecimila volte quella del precedente prestito.  E poi, cosa chiede la camorra ai proprietari delle attività che grazie al suo aiuto restano aperte? Ovviamente, di entrare nella gestione e quindi di allungare sempre di più i tentacoli.

E’ certo che però non tutti si sono rivolti al falso aiuto dei criminali. C’è chi è riuscito a riprendere la propria professione. Altri, però, hanno dovuto mettere il cartello “vendesi” fuori la saracinesca. Chi coglierà la palla al balzo e comprerà queste attività? Ancora una volta la camorra, dato che quando si tratta di riciclare soldi la cosa migliore da fare è investire in attività produttive: ristoranti, hotel e altro.  Questo terribile gioco economico non si ferma qui, ma tocca anche le grandi aziende del nord, dato che la mano dei clan è sempre pronta a prestare capitali essenziali in ogni periodo di crisi. Questo infatti non è un fenomeno di questi mesi, ma si è verificato anche nel precedente lockdown e in tanti altri momenti storici. E dato che l’ombra di una seconda chiusura del paese sembra incombere su di noi, memori degli affari chiusi mesi fa, la strategia dei criminali potrebbe procedere anche meglio delle stagioni scorse.

C’è bisogno dell’aiuto concreto dello Stato. Troppe persone rischiano moltissimo in questo periodo e hanno bisogno di soccorso. Nei luoghi in cui nessuna istituzione sfornerà il pane per gli affamati state sicuri che la camorra distribuirà brioches.

Bisogna sbrigarsi e fare in modo che i pesci non abbocchino all’amo della piovra.

 

Chiara Cinquegrana, III A classico