Qualche giorno fa gli Stati Uniti sono stati sopraffatti da un clima di tensione, scatenato dalla violenta sommossa contro il Campidoglio ad opera di un massiccio gruppo di sostenitori di Donald Trump. Numerosi membri di due organizzazioni di estrema destra e neofasciste, i “Proud Boys” e i Boogaloo Boys, seguaci del Presidente in carica fino al 20 gennaio, hanno fatto irruzione nella sede del Parlamento americano in seguito agli incalzanti e poco impliciti incoraggiamenti da parte del loro leader.

Trump non ha accettato a cuor leggero la sconfitta alle urne e non ha considerato l’idea di arrendersi. Con ostinazione ha inveito contro la democrazia americana, contro lo stesso meccanismo che gli ha consentito di ricoprire la carica che, tra non molto, volente o nolente, dovrà lasciare a Joe Biden e Kamala Harris. Ad una consapevole e discreta uscita di scena ne ha preferito una plateale, grottesca e irragionevole. I suoi fautori prendono esempio da lui ed emulano i suoi atteggiamenti. Per la prima volta in assoluto c’è stato un aggressivo tentativo di impedire la ratifica dell’elezione del nuovo Presidente: il Parlamento ha dovuto interrompere i lavori, la polizia è stata costretta a tirar fuori le armi e i lacrimogeni e la sindaca di Washington ha deciso di proclamare il coprifuoco nella capitale.

Il presidente uscente, dal suo profilo Twitter, dopo aver trascorso settimane ad infiammare gli animi, dopo aver ricoperto un ruolo da sobillatore, istigando anche tramite i social i suoi “patrioti”, ha dato origine ad un terribile evento senza precedenti, tanto vergognoso da eclissare la democrazia non solo degli USA, ma del mondo intero nell’arco di poche ore. Alla fine, dopo che il cielo d’America ha visto scene degradanti e il marmo bianco del Congresso di Capitol Hill è stato macchiato di sangue, Trump ha banalmente invitato i suoi seguaci a ritirarsi, ma ha sortito un effetto diametralmente opposto: uno dei manifestanti già era “stravaccato” sullo scranno del presidente del Senato e, in questo modo, aveva oltraggiato il governo statunitense.

In un video – che è stato poi censurato insieme ai suoi profili social – in realtà, egli non ha mostrato costernazione né disappunto, poiché ha esordito dicendo: “So che state soffrendo, le elezioni ci sono state rubate […], lo sanno tutti… specialmente dall’altra parte. Ma ora dovete andare a casa […]. Non vogliamo che nessuno si faccia male, è un periodo duro. Non c’è mai stato un periodo come questo in cui sia accaduta una cosa del genere. E’ stata un’elezione fraudolenta ma non possiamo cadere nei tranelli di questa gente, dobbiamo avere pace. […] Siete persone speciali. So come vi sentite, ma andate a casa e andateci in pace.”

Le persone speciali, però, erano ormai come cani rabbiosi. Dopotutto non ci si poteva aspettare che si ritirassero così facilmente e al primo tiepido richiamo. In conclusione, alle 4 del mattino, il Congresso ha finalmente riconosciuto l’elezione di Joe Biden e Kamala Harris. Intanto, il vice di Trump, Mike Pence, può invocare contro di lui il venticinquesimo emendamento, che permette di rimuovere un presidente ritenuto incapace, sulla base del suo operato inizialmente molto discutibile e in seguito poco incisivo: ciò che ha scatenato è molto grave, tanto da essere apparso agli occhi di molti “un tentativo di colpo di stato”. Per di più, i suoi seguaci sono soggetti complessi, spinti da malsane ideologie e pensieri perversi: basti sapere che, ad esempio, negano la pandemia e danno credito a teorie complottiste di estrema destra.

Siffatti personaggi possono essere catalogati anche tramite gli assurdi abiti che indossavano, il viso dipinto e le scritte pro-Auschwitz esibite con fierezza. Il loro modo di vestire, di porsi e di agire ha espresso più di quanto si potesse immaginare. Gruppi di persone simili, facilmente manovrabili, soprattutto da astuti e opportunisti capi, creduloni, spesso sprovvisti di spirito critico e anche sostenitori di assurde teorie cospirazioniste sono sempre stati presenti nelle sommosse della storia.

Alessandro Manzoni, per esempio, ci descrive personaggi simili in maniera molto dettagliata nel capitolo XII dei Promessi Sposi, quando narra del tumulto di San Martino: “Le strade e le piazze brulicavano d’uomini, che trasportati da una rabbia comune, predominati da un pensiero comune, conoscenti o estranei, si riunivano in crocchi […]. Ogni discorso accresceva la persuasione e la passione degli uditori, come di colui che l’aveva proferito. Tra tanti appassionati, c’eran pure alcuni più di sangue freddo, i quali stavano osservando con molto piacere, che l’acqua s’andava intorbidando; e s’ingegnavano d’intorbidarla di più, con que’ ragionamenti, e con quelle storie che i furbi sanno comporre, e che gli animi alterati sanno credere; e si proponevano di non lasciarla posare, quell’acqua, senza farci un po’ di pesca.”

Trump, durante gli anni del suo mandato, ha dato voce e visibilità a persone come quelle che Manzoni, attraverso Renzo, descrive accuratamente e ha dimostrato quello che il grande scrittore aveva già magistralmente denunciato: “ne’ tumulti popolari c’è sempre un certo numero d’uomini che, o per un riscaldamento di passione, o per una persuasione fanatica, o per un disegno scellerato, o per un maledetto gusto del soqquadro, fanno di tutto per ispinger le cose al peggio.

Negli USA si è appena concluso un capitolo buio che ha lasciato chiunque con l’amaro in bocca. Adesso sta a Joe Biden e Kamala Harris risollevare le sorti dell’America. Lo splendido Paese che siamo abituati a vedere come la patria della Libertà è precipitato in un baratro: per questo il miglior augurio che si possa fare agli Stati Uniti è quello di rinascere al più presto dalle ceneri di quest’incendio ferale, proprio come fa una fenice.