I nostri studenti rispondono a Nicoletta Tancredi, giovane docente in un liceo campano, che ha scritto una lettera ai suoi studenti invitandoli a non sprecare il momento particolare che stiamo vivendo.

https://m.famigliacristiana.it/articolo/prof-scrive-agli-alunni-a-distanza-la-lettera-e-una-lezione-di-vita.htm

Cara professoressa Tancredi,

questo non è un anno sprecato. Non lo è perché in questo brutto periodo che tutto il mondo sta vivendo, io sto imparando a triplicare i miei sogni e le mie aspettative sul mondo. Mi alzo la mattina ed è sempre tutto uguale: sveglia alle 8.00, 5 ore di videolezioni, pranzo, studio, cena e si ripete tutto il giorno dopo, come in un loop temporale. Vista come l’ho appena descritta, sembrerebbe davvero che la mia vita non abbia più alcun senso o scopo, ma dal mio punto di vista non è così. Questa routine la rompe ogni giorno mio fratello, che magari viene a disturbarmi mentre faccio latino; o mio padre che mette Cremonini a tutto volume quando lo sente alla radio; o il mio migliore amico che mi tiene compagnia con delle interminabili videochiamate. Non è tutto finito, non è tutto brutto là fuori. Non sono mai stata una persona ottimista: la situazione è quella che è e io, ora come ora, non posso cambiare le cose. Ma la cosa che riesce a tenermi veramente viva è la speranza che un giorno rideremo di tutto ciò: non vedo l’ora di poter vedere i volti e i sorrisi delle persone, di ritornare a scuola e condividere il banco con i miei compagni, di  respirare finalmente senza preoccupazioni. La vita termina nel momento in cui lo decidiamo noi. Come ha detto lei, “la realtà si cambia immaginandola” e io non credo ci sia motivazione più giusta da dare a noi studenti.

Il periodo Covid l’ho sempre visto come una realtà alternativa, nella quale qualcuno, da lassù, ci ha costretti a vivere. Io non farò di questa realtà la mia esistenza. Per quanto riguarda la didattica a distanza, ormai ho imparato a farci i conti. La possibilità di ritornare a scuola si affievolisce sempre di più, ma io continuerò a sperarci fino alla fine. I professori molte volte fannoparagoni tra la didattica a distanza e quella in presenza: questa non è scuola. La scuola non è stress, ansia, o lacrime. “State a casa e quindi non avete niente da fare, potete riempire il vostro tempo studiando”, avrò sentito questa frase troppe volte da quando stiamo sperimentando la DaD. Molte idee dei miei insegnanti non le condivido,quindi mi è difficile vedere il mondo con i loro occhi. Lei ha detto una cosa fondamentale: “Non si studia per un voto, ma per sé stessi”. Io studio per diventare importante, per fare la differenza come le persone che ammiro, per i miei genitori, per il mondo, poiché ha bisogno di quante più menti pensanti è possibile. Non mi va di limitarmi a un voto, di essere ricordata per quel 4 in matematica perché magari quel giorno non ho potuto studiare.

Non ci è concesso piangere, essere deboli, o crollare. Ma non si dev’essere per forza forti: siamo giovani a cui è stata tolta la libertà di abbracciare un amico e, se sono costretta a stare a casa, la mia priorità non sarà studiare, ma magari chiamare quell’amico così lontano. Tante persone hanno perso i propri cari, molti non possono più abbracciarlo quell’amico; ma io, finché posso, lo farò. 

Non è facile entrare nella mente di un adolescente, lo so bene, ma provare a capirci è più semplice del previsto.

Carla Auricchio 2A classico