#paroleperparigi
Abbiamo chiesto agli studenti di scegliere una parola per esprimere un pensiero, un’emozione, una riflessione a un mese dai fatti di Parigi. Ecco alcune delle loro parole.
Religione
“Allah akbar” (Allah è grande), erano le parole urlate dai terroristi mentre impugnavano le armi e azionavano le cinture esplosive.
Hanno ucciso in nome di dio ma nessun dio ha mai chiesto di uccidere in suo nome; hanno alimentato l’odio tra le religioni rendendo anche i veri musulmani vittime di questo terrorismo.
Antonio Gazzetta
Rispetto
Ho pensato a questa parola perché rispettare la libertà altrui è alla base di una civile convivenza. Non è giusto che debba esistere una sola religione: ognuno è libero di professare la sua fede senza dover avere paura della reazione altrui. Ormai la religione, che dovrebbe unire i popoli del mondo, è diventata causa di guerra in troppi paesi. Quindi è necessario imparare a rispettare idee diverse dalle nostre e abbandonare la presunzione di aver sempre ragione. Ma se noi occidentali riusciamo ad essere più che tolleranti nei confronti delle altre culture, pare che alcuni islamici proprio non ci riescano. Quindi cercano di sottrarci con la violenza la libertà di pensiero e di impedirci di vivere la vita che vogliamo. Il rispetto reciproco è alla base di ogni società e nel mondo ormai molti popoli lo hanno dimenticato . Bisognerebbe, quindi, educare fin dai primi anni di vita le persone al rispetto verso gli altri in ogni contesto.
Giuseppe Casciello
Libertà
“Questo è un pezzo, della terza guerra mondiale, non ci sono giustificazioni per queste cose. Questo non è umano, non ci può essere una giustificazione religiosa. Per questo sono vicino a tutta la Francia e le voglio tanto bene.” Queste le parole di Papa Francesco di fronte a ciò che è avvenuto a Parigi. La Francia è stata attaccata, l’Isis non ha avuto pietà di nessuno, 130 morti e 342 feriti. Perché tutto questo? La Francia ha vissuto momenti di terrore,divieto assoluto di uscire di casa,scuole chiuse,uffici chiusi,tutto chiuso. Adesso l’aria sembra essere calma, ma il pericolo non è cessato e tutti i paesi europei sono a rischio. Siamo tutti in allerta perché migliaia sono i fanatici che sono pronti a morire. Il dito non va puntato, però, contro l’Islam ma solo contro questi fanatici che dichiarano di agire in nome di Allah. Ma può mai un Dio chiedere ai suoi fedeli di seminare terrore, odio, morte? Di certo no. Coloro che dicono di ammazzare in nome di Dio non sono credenti, ma fanatici e non altro, solo criminali che devono essere puniti. Secondo me tutti siamo liberi di agire, dire o pensare quello che vogliamo. Io sono libero di decidere cosa fare della mia vita ma non nelle vite delle altre persone, invadendo la loro libertà, fino ad ucciderle, come è successo a Parigi. Libertà è affermare i propri diritti, le proprie opinioni, professare la propria fede…; la libertà è una delle maggiori conquiste dell’uomo che deve essere difesa da chi vuole opprimerla. Abbiamo paura si, ma non possiamo chinare il capo,ora più che mai dobbiamo sentirci non sono italiani, ma cittadini europei, perché solo se siamo tutti uniti possiamo sperare di poter sconfiggere questo male, rappresentato dall’ Isis, che vorrebbe piegarci alle sue leggi crudeli e portarci via la libertà.
Luca Russo
Muro
Io ho scelto “Muro”. Muro se penso a quello creato dall’I.S.I.S. per farci paura, ma anche muro che creiamo noi, e i nostri pregiudizi, nei confronti dei mussulmani.
Dobbiamo mettere via la paura e abbattere con coraggio il muro che l’I.S.I.S. vuole costruire per limitare le nostre azioni e la nostra libertà. Se ci facciamo limitare, non saremo più padroni della nostra vita, non potremo più divertirci, uscire il sabato sera… e così la vittoria sarà dei terroristi.
Il problema è però anche un altro muro, quello dei pregiudizi. Generalizzare non è giusto dire che tutti i musulmani sono terroristi e fanatici. Perché coloro che uccidono in nome di Dio non sono religiosi.
Quale Dio che dà la vita vuole che venga tolta ad altri uomini?
Ebbene coloro che giustificano le loro terribili azioni con la religione, usano la religione a proprio piacimento manipolando anche altre persone.
Io penso che non ci dobbiamo mai scoraggiare; la speranza deve alimentare in noi il coraggio di abbattere i muri che ci dividono.
Chiara Raiola
Unione
Ripensando a quello che è accaduto venerdì 13 novembre a Parigi, la parola che mi viene in mente è “unione”; unione perché quella sera l’ISIS non ha colpito solo Parigi ma tutta l’Europa. Quindi siamo tutti uniti nel dolore, nel lutto e tutti siamo feriti. Ora occorre dare una risposta orale perché solo uniti possiamo combattere l’ISIS.
Simona Sequino
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