Lo scorso 20 febbraio gli alunni delle classi seconde della nostra scuola hanno partecipato all’incontro con Sergio Cirillo, autore del libro “Lucido”. L’incontro era stato programmato per l’anno scolastico passato, ma a causa dell’emergenza sanitaria è stato rimandato fino al momento in cui non è stato possibile svolgerlo in modalità telematica. Per ogni classe sono stati scelti 5 o 6 alunni che hanno partecipato attivamente all’incontro, presentando i lavori realizzati dalla classe o ponendo domande all’autore; la restante parte degli alunni ha seguito l’incontro dalla diretta trasmessa su youtube. Insieme agli alunni erano presenti anche il preside Benito Capossela, alcuni tecnici, la professoressa Stefania Barbara Sorrentino, che ha diretto l’incontro, e le altre docenti di lettere impegnate nel progetto. Gli alunni avevano letto il libro già a gennaio del 2020, ma per preparare l’incontro hanno ripreso il testo, probabilmente scoprendo dettagli che non avevano notato in precedenza e che sono stati motivo di riflessione. 

L’incontro è stato aperto dagli alunni della IIA classico, che hanno presentato un power point dedicato alla vita e alle opere di Sergio Cirillo. L’autore, infatti, è stato insegnante di educazione fisica, ha scritto numerosi testi di canzoni, tra cui alcune per Andrea Bocelli, e il romanzo “Lucido”. Dopo la presentazione, gli alunni della IIA scientifico hanno posto le prime domande, volte a fare luce su alcune scelte stilistiche dell’autore, come quella di fare del cane Lucido il protagonista o quella di preferire una narrazione dei fatti quasi fiabesca alla semplice raccolta di informazioni e dati oggettivi. Sin dalle prime risposte, il professore Cirillo ci mostra tutta la sua semplicità: il cane, perché “E’ meglio avere un cane per amico che un amico cane”, la narrazione leggera e fantastica, perché “Le piccole cose sono più importanti delle grandi”. Alla terza domanda, che si riferiva alla vita piena di cambiamenti dell’autore, quindi al suo essere passato dal lavorare come insegnante di educazione fisica, alla musica e poi alla letteratura, il professore risponde raccontando una storia. Parla di una sua classe, la IIA, composta da “ragazzi difficili” che non riuscivano a stare seduti e a seguire le lezioni per più di due ore. Lui e i suoi colleghi decisero di provare a far recitare i ragazzi, che furono entusiasti del progetto e riuscirono anche a realizzare un cortometraggio che poi si sarebbe classificato al primo posto alla rassegna internazionale “Pompeo”. L’autore afferma di non essere stato felice per la vittoria, ma per essere riuscito a far appassionare i ragazzi alla recitazione. L’arte parte dal disagio, e le due cose vanno di pari passo. 

Gli alunni di IIC scientifico, con tre domande, fanno riferimento a specifici elementi del testo e all’ispirazione per la creazione di alcuni personaggi. Quando gli viene chiesto perché abbia scelto l’odore di mughetto per le miracolose esternazioni di Lucido, o perché Luigi Caso si sia recato proprio in Portogallo, Sergio Cirillo risponde, con un po’ di stupore: “Quando si scrive, a volte la penna va per conto suo”. Per quanto riguarda il personaggio della maestra Caterina, afferma di essersi ispirato alla vicepreside della scuola media di Boscotrecase, Irene Sorrentino. Fa riferimento all’importante ruolo che i politici ricoprono, soprattutto nei luoghi più disagiati, e dice che probabilmente i personaggi di Don Antonio e del Sindaco Capece sono frutto dei tanti incontri con persone poco responsabili e affidabili. 

I ragazzi della IIE scientifico si sono poi allacciati ad un recente fatto di cronaca, cioè la comparsa di straordinari cani dal pelo blu in Russia. Chiedono all’autore se si sarebbe mai aspettato che Lucido diventasse realtà. Lui sottolinea l’importanza dei sogni e della capacità di viaggiare con la mente, soprattutto per gli artisti. Con un’altra domanda, gli viene chiesto se i cani possano aiutarci nelle difficoltà quotidiane. L’autore fa nuovamente ricorso al racconto di un aneddoto: quando sua figlia è malata, il suo Golden Retriever le si avvicina per farle compagnia. Il modo semplice e diretto di rispondere dell’autore sarà confermato proprio da lui qualche minuto dopo, quando i ragazzi della IIE gli chiedono come sia riuscito a rendere fatti drammatici così leggeri. Egli cita Coco Chanel: “Nella semplicità c’è la perfezione”. 

Gli alunni della IIA scienze applicate pongono a Sergio Cirillo una domanda che a molti sarebbe risultata difficile: cosa può aiutarci a rispettare di più l’ambiente? L’autore, ancora una volta, ci ricorda che sono le piccole cose a fare la differenza. Fare la raccolta differenziata, non gettare i rifiuti a terra, questi sono i veri miracoli, non Lucido. Ancora una volta la curiosità degli alunni è rivolta all’ispirazione, e il professore Cirillo, con la sua risposta, ci rassicura. “Ognuno ha il suo futuro nel DNA”, questa è la frase con cui spiega che ognuno di noi nasce per fare una cosa, e chi nasce per scrivere l’ispirazione la trova dentro di sé. 

I ragazzi di IIB scienze applicate gli chiedono cosa servirebbe per bonificare il Parco Nazionale del Vesuvio, e lui risponde che basterebbero tanti ragazzi volenterosi che raccogliessero tutti i rifiuti lasciati dove non si dovrebbe. Un’altra domanda fa riferimento al significato del gabbiano nel libro, e Sergio Cirillo afferma che, nonostante non ci abbia pensato molto, il gabbiano rappresenta per Luigi Caso l’aria della sua terra. 

L’ultima domanda è stata posta dalla IIB classico, che ha chiesto all’autore se il cane Lucido sia riuscito a colmare il vuoto lasciato dall’assenza di Luigi Caso. Il professore risponde negativamente, perché l’unica ad essere riuscita a sostituire Luigi Caso è stata Dorina, la madre di Tom e Luca. 

L’incontro si è concluso con la presentazione di una sintesi del libro realizzata dagli alunni della IIB scientifico, una scheda conclusiva in cui i ragazzi di IIB classico hanno elencato i motivi per leggere “Lucido”, e la lettura di alcuni passi significativi con un relativo commento dai ragazzi della IIA classico. Partecipare a questo incontro dopo un anno è stato quasi liberatorio. Per me ha significato molto, perché mi ha ricordato che la nostra vita non è in sospeso, e che anche nelle difficoltà siamo in grado di trovare soluzioni e spunti di riflessione. L’autore, come già detto, si è distinto per la sua umiltà e semplicità, caratteristiche che hanno permesso a noi ragazzi di comprendere pienamente il suo messaggio: per cambiare le cose non serve molto, basta essere sé stessi, nel proprio piccolo. Il resto viene da sé.