La storia di due donne, prima bambine, poi adolescenti, infine diventate adulte, è il filo rosso che lega le vicende narrate in questo libro. “Un’amicizia” è un romanzo carico di emozioni, che mi ha travolto completamente nella vita di Elisa, una ragazza che si trasferisce da Biella, in Piemonte, alla città di T., nei dintorni dell’isola d’Elba, e che si ritrova a cambiare radicalmente le proprie abitudini e il proprio stile di vita. Infatti ormai non vive più con il fratello e con la madre, ai quali era molto legata emotivamente, ma con il padre, il quale non viene neanche considerato tale a causa della sua continua assenza nella vita familiare. Qui Elisa conosce Beatrice, la solita adolescente che vuole essere sempre perfetta, truccata, con l’acconciatura a posto, molto appariscente. Sono due personaggi completamente diversi: Beatrice è estroversa ed è ossessionata dalla sua immagine, Elisa è la “ragazza nuova”, timida, che non si apre con nessuno, interessata soltanto ai libri e allo studio. Nel romanzo viene ricostruita, attraverso un intreccio del passato con il presente, la loro amicizia, dai tempi del liceo, dei primi amori e delle serate in scooter, fino agli anni in cui ognuna delle due si è creata una carriera, Elisa come docente all’università, Beatrice come la più famosa influencer del web, che tutti conoscono, o meglio pensano di conoscere. Silvia Avallone è riuscita a raccontare una storia di intimità e di vicinanza tra due ragazze che forse un elemento in comune ce l’hanno: entrambe provengono da famiglie distrutte, che pian piano si sono distaccate sempre più fino a perdersi del tutto. Beatrice è stata l’ancora di salvezza di Elisa quando non si sentiva nel posto giusto, o quando aveva bisogno di una figura femminile forte che la aiutasse nei periodi più bui dell’adolescenza, così come Elisa è stata l’unica persona realmente vicina a Beatrice quando sua madre, colpita da una dolorosa malattia, è venuta a mancare. Si potrebbe quasi dire che siano state proprio come delle madri, l’una per l’altra. L’autrice mette in luce nella narrazione quanto le due ragazze siano simili nelle loro fragilità, anche se all’apparenza possono sembrare totalmente diverse. Sono proprio i momenti di dolore e di difficoltà che molto spesso riescono ad unire due persone, che non potranno mai perdersi, e che prima o poi si ritroveranno sempre. La passione per la fotografia e per i blog, che negli anni 2000 stavano iniziando a diffondersi sempre di più, se prima riusciva a unire le due amiche ed era soltanto un passatempo divertente, si è poi rivelata il motivo della rottura della loro particolare amicizia. Beatrice ha sempre amato mettersi in mostra, lei da sola, senza nessuno al suo fianco; ha continuato per la sua strada, diventando autonoma e indipendente. Ha abbandonato ogni cosa, l’università, la famiglia, la migliore amica, per inseguire il suo obiettivo. In questo libro viene proprio messo in evidenza come al giorno d’oggi, in particolar modo con i social network, l’immagine che gli altri si fanno di una persona conti più della vera essenza di quella stessa persona, e quanto soprattutto la realtà possa essere vista completamente diversa da quella che è. Il cruccio di Elisa è proprio quello di vedere quanto tutti pensino di conoscere Beatrice, ormai chiamata “la Rossetti”, per come è veramente. Non sanno che soltanto lei, nemmeno la sua famiglia, dopo molti anni, è riuscita a conoscere per davvero Bea, quella che si è nascosta e ha continuato a nascondersi dietro i vestiti firmati e i capelli perfetti, quella che ha pianto singhiozzando sul suo petto quando tutto andava storto, quella con cui ha rubato i jeans paillettati che costavano troppo, quella con cui ha condiviso i momenti più intimi, senza veli, senza coperture. Ma i legami più forti non possono mai distruggersi del tutto: le due ragazze, dopo lungo tempo, si ritrovano, distanti ma vicine al tempo stesso, come sono sempre state. La Avallone scrive alla fine del romanzo: “Chi siamo è infinitamente più interessante, e commovente, di quel che vorremmo a tutti i costi sembrare”. È proprio il messaggio che l’autrice vuole comunicare ai lettori il motivo per cui mi sono innamorata di questo libro e di questa storia: la vita è spesso piena di cose negative, che ci possono far demoralizzare, e questo accade a tutti, anche alle persone che, come Beatrice, espongono sui social la propria quotidianità, o forse soltanto la parte felice di quest’ultima. Una foto o un video non ritrarrà mai veramente cosa ci passa per la testa, come stiamo in un determinato periodo. Non conosceremo mai realmente una persona se non parlandole faccia a faccia, affrontando insieme le nostre paure e le nostre preoccupazioni, superando ogni ostacolo che ci viene posto davanti. Molto spesso la vita, in particolare da adulti, ci riserva delle difficoltà, e anche i rapporti interpersonali possono andare incontro a dei momenti no. Ma, con tanta forza di volontà e soprattutto con tanto amore, anche la più strana delle amicizie può avere il suo lieto fine.