Per aspera ad astra
Vecchio 2021, ti confesso una cosa: avevo riposto in te ogni mia speranza. Salutai l’anno precedente con la convinzione di aver visto davvero tutto, ma mi sbagliavo. Il vero campione sei stato tu: ti sei rivelato sin da subito tanto duro e ostinato. Sei stato ostinato perché mi hai spinta al limite innumerevoli volte, ma mi hai anche insegnato a resistere alle difficoltà, a non subire gli eventi della vita ma a reagire sempre e a non arrestarmi mai dinnanzi a nulla.
Mi hai insegnato a non perdere la speranza nel domani, nonostante ci fossero mille motivi per non credere più in niente. Proprio in quei momenti lì, ho imparato a non farmi schiacciare dalle avversità, a non restare intrappolata in un opprimente presente e a non farmi intimorire dalla sua fastidiosa precarietà, riluttante per natura verso la nascita di ogni nuovo progetto.
Mi hai insegnato a non precludermi nuove esperienze, ma a proiettarmi sempre in avanti e a prendere decisioni in vista di un futuro che – sebbene offuscato -, sarebbe arrivato comunque… ed io non ho mai amato l’idea di farmi cogliere impreparata. Non appena ho compreso che crucciarmi per tutto ciò non mi avrebbe mai portato a nulla, ho cominciato a volgere al domani uno sguardo fiducioso e ho abbracciato l’assoluta certezza che nessuna notte dura in eterno e che non esiste un solo giorno in cui non sorga il sole.
Mi hai insegnato, quindi, a non farmi sfuggire la vita tra le mani, mai e per niente al mondo, e a non tarparmi le ali da sola, ma a credere di più nella mia forza e nella bellezza mai sfiorita dei miei sogni. Anzi, ti dirò di più: adesso sogno ancora più in grande e non riesco a smettere. Mi hai stravolta… ma, grazie a te, sono diventata un po’ più me stessa.
Sei stato un po’ come quando, durante una lettura, arriviamo a quei capitoli che vorremmo tanto saltare perché magari sono poco scorrevoli, perché forse risultano anche un po’ contorti e ci chiediamo chissà cosa intendeva dire veramente l’autore… ma alla fine non saltiamo alcuna parte, perché non saremmo più capaci di apprezzare il libro nel complesso. Quindi, si legge e si va avanti, sempre. Anche quando i capitoli non sono dei migliori e anche quando proprio non ci piacciono.
Sai, se ci penso, sei stato anche un po’ come quell’alunno mezzo indifferente che, mentre il professore sta spiegando con tutta l’enfasi e la passione del mondo, alza la mano e a tutti si illumina il viso perché pensano che stia per fare un intervento… ma, in realtà, poverino, dice soltanto: “posso andare in bagno?”. E, ogni volta, la risposta è un sospiro seguito da un semplice: “vai…”. Ma ti svelo un segreto: non arriverà mai il giorno in cui il professore smetterà di sperare in lui ogni volta in cui vedrà alzata quella mano. Non arriverà mai il giorno in cui i suoi occhi smetteranno di brillare.
Credo proprio che bisogna affrontare il 2022 in questo modo: con spirito fidente, determinato e grintoso. Invito i miei compagni, coetanei e non, a non essere troppo pessimisti verso il futuro di cui ho tanto parlato finora. Lottiamo per prendercelo, perché nessuno può negarcelo, e non diamolo mai per spacciato. Non è tutto rosa e fiori, è vero, ma nessuno ha mai percorso una strada già spianata: ogni generazione ha dei problemi da affrontare. Invito, quindi, tutti i maturandi come me a non preoccuparsi troppo delle decisioni che saranno prese in vista dell’esame di Stato. Non chiediamo ulteriori facilitazioni: se cerchiamo sempre di scappare, non avverrà mai il nostro percorso di maturazione. Sono sicura che, con l’attitudine giusta, saremo capaci di affrontare tutto nel migliore dei modi. Non siamo noi a non credere nel nostro potenziale, ma impegniamoci a tirarlo fuori e a dimostrarlo.
Per aspera ad astra, semper.
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