Se si scoprisse che Eros Ramazzotti è originario di Boscotrecase, capiremmo molte cose dell’inizio della canzone “Adesso tu”.

È un paese tranquillo, a volte eccessivamente tranquillo. Dove è molto forte lo spirito di solidarietà, vicinanza e coesione, favorito da eventi organizzati dalla Pro loco per far risaltare le nostre tradizioni.

A volte, affacciandosi al balcone di casa, si può ammirare una strada male  asfaltata con qualche cartaccia sparsa e sporadicamente si vedono ragazzi che giocano a palla o che fanno un giro sul motorino andando ovviamente controsenso, anche se a Boscotrecase neanche le strade conoscono il loro senso di marcia, figuriamoci le auto e i conducenti. Forse avremmo bisogno di un nuovo piano viario? Magari che includa una bella e ampia pista ciclabile?  È bello sapere che ne avremo una nel 2023.

Occorrerebbe una piazza dove far riunire i giovani, minoranza concentrata nei pomeriggi dal ciel sereno in piazza Matteotti (anche detta STAZIONE VECCHIA), dato che Piazza Sant’Anna è stata conquistata dagli anziani (eh già, pure quella), con negozi capaci di “attirare” i giovani.

Probabilmente uno dei nostri maggiori desideri è poter disporre di una villa comunale e -perché no? – di un cinema. Lo sapevate che a Boscotrecase c’erano ben due cinema ed ora nemmeno uno?  E una biblioteca?? Questi per ora restano desideri.

Una luce del nostro territorio è sicuramente il parco nazionale del Vesuvio che attrae turisti da tutto il mondo, ma purtroppo anche qui ci sono delle ombre: non viene sfruttata appieno la bellezza dei paesaggi. Giancarlo Siani ha lottato tanto perché il Parco venisse creato, però se vedesse oggi l’abbandono in cui versa e l’impossibilità di accedere a molti dei suoi sentieri, ne rimarrebbe deluso, così come lo siamo noi giovani, pensando a quanta ricchezza ci viene sottratta.

Sono in arrivo i fondi del PNRR da destinare ad opere pubbliche… a questo punto non possiamo non pensare a ciò che si chiederebbe IL NOSTRO GIORNALISTA GIORNALISTA: ma il nostro territorio le vedrà finalmente realizzate queste opere pubbliche? Strade, servizi, infrastrutture, cinema, riempiranno i nostri paesi oppure i fondi finiranno nelle tasche dei soliti fantasmi silenziosi?

Siani in un suo articolo raccontava di quattro ragazzi che, per intravedere un futuro migliore, ipotizzavano l’abbandono della loro carissima Torre Annunziata.

Noi a differenza di quei ragazzi, per non abbandonare i nostri paesi, appartati e periferici, e per poterci affermare, vogliamo dimostrare più tenacia e voglia di sognare.

Riusciranno così le luci a illuminare un futuro che oggi sembra oscurato da tante ombre?

 

Sarah Di Lorenzo, Serena Tallarino, Serena Vitulano

1 A classico