Campania archeologica: è l’anno d’oro della provincia di Napoli

download Per i siti archeologici della provincia di Napoli quello appena conclusosi è stato un grande anno. Battuti tutti i record nelle visite rispetto agli anni precedenti, come attesta la tabella pubblicata sul sito della Soprintendenza di Pompei Ercolano e Stabia. Gli Scavi di Pompei hanno registrato 2.978.884 ingressi (310.706 in più rispetto al 2014), gli Scavi di Ercolano 410.069 (+27264) , gli Scavi di Oplonti 54.104 (+3541), gli Scavi di Stabia 52.861 (+12504). Dunque, gli scavi di Ercolano, Pompei, Stabia e Oplonti chiudono il 2015 con un aumento di visite rispetto all’anno precedente.
Questi dati sono un’ulteriore prova che gli sforzi delle istituzioni locali, finanziate dal MiBACT (Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo), stanno raccogliendo i frutti del lavoro di riqualificazione seguito a una lunga fase di abbandono e ai diversi smottamenti e crolli degli anni precedenti. Grazie allo stanziamento di fondi ministeriali, si è provveduto ai necessari consolidamenti strutturali e al restauro di alcune domus pompeiane rimaste chiuse ai turisti. Esse sono state riaperte il 24 dicembre 2015 alla presenza di personalità del mondo della politica e della cultura, dei giornalisti, del ministro Franceschini e dello stesso presidente del consiglio Matteo Renzi che ha affermato: “Pompei è emozione senza fine. Faceva notizie per i crolli, adesso per i restauri”.

Unica nota stonata resta rappresentata dai dati sulle visite all’Antiquarium di Boscoreale che con 9254 visite nel 2015, registra un calo di 1183 visitatori rispetto al 2014. I motivi di questo fenomeno sono da indicare in molteplici fattori, tra i quali il cattivo collegamento del museo con le stazioni della circumvesuviana e delle F.S. , la scarsa pubblicità e anche la gestione non attenta da parte delle istituzioni locali.

Si spera di poter migliorare questi dati nel 2016 soprattutto a Torre Annunziata dove, a fine gennaio, avrà luogo l’inaugurazione della mostra degli Ori di Oplonti, prevista inizialmente per l’ottobre scorso. L’evento punta anche ad avvicinare la popolazione oplontina alle bellezze archeologiche che la loro città ha conservato per duemila anni, spesso più conosciute all’estero che nella loro città.